Crescita globale: nubi all’orizzonte
Qualche nuvola oscura l’orizzonte della crescita globale. Dal lato dell’offerta, i colli di bottiglia iniziano a incidere sulla crescita. L’indice di sorpresa economica di Citi è in territorio negativo da luglio, sia negli Stati Uniti sia a livello globale. Il peggioramento del dato sugli ordini di fabbrica, insieme all’aumento dei prezzi, è la componente che grava maggiormente sull’andamento dell’economia, evidenziando le interruzioni dal lato dell’offerta. I recenti dati mostrano inoltre un rallentamento nella creazione di posti di lavoro (nonostante il sano tasso di disoccupazione e la crescita dei salari), segno che i colli di bottiglia dell’offerta stanno danneggiando anche i mercati del lavoro. Il massiccio rally energetico di settembre non aiuta, anche se la recente apertura dalla Russia per far fluire più gas in Europa evita lo scenario peggiore. Dal lato della domanda, continuano a crescere le preoccupazioni sulla Cina. In primo luogo, il numero di sviluppatori immobiliari è in aumento, il che rende più probabile un rallentamento guidato dal settore immobiliare. In secondo luogo, la reazione delle autorità è in ritardo, corroborando l’idea che il governo stia riequilibrando l’economia assumendosi il costo di un piccolo rallentamento. Nel complesso, riteniamo che l’economia globale sia ancora in condizioni decenti, con una forte crescita e capacità inutilizzate nei settori legati alle riaperture. Prevediamo che l’economia globale sia sulla buona strada per dimostrare una crescita del 5-6% nei prossimi 12 mesi. Tuttavia, i mercati stanno scontando una ripresa relativamente robusta e le previsioni di vendita non sono variate molto nonostante un settembre movimentato, lasciando spazio a revisioni. Quindi questi timori di crescita si aggiungono alle ragioni per rimanere cauti.
USA – Colli di bottiglia influenzano il mercato del lavoro
Il rapporto sull’occupazione negli Stati Uniti di settembre è stato solido, ma lasci spazio alle preoccupazioni della Fed. Le buste paga del settore non agricolo sono state 194k, contro le 500k previste e al di sotto del dato di agosto. Tuttavia, le revisioni sono state forti, 366k ad agosto, principalmente nel settore privato. I settori del tempo libero e quelli legati alla riapertura continuano a registrare aumenti occupazionali, anche se più moderati rispetto a luglio. Il tasso di disoccupazione è sceso al di sotto del 5% e la crescita dei salari rimane al di sopra del 4,5%. Lo scenario mostra quindi ancora una forte domanda sottostante, ma con colli di bottiglia progressivamente più stringenti. Nel complesso, il rapporto sull’occupazione è stato più debole del previsto, ma non tanto quanto suggeriscono i dati principali, e principalmente guidato da effetti sull’offerta. A conti fatti, pensiamo che la Fed dovrebbe avere i numeri per iniziare il tapering, soprattutto in considerazione dell’inflazione crescente e delle recenti comunicazioni aggressive. Tuttavia, riconosciamo la presenza di alcuni rischi legati a un annuncio di tapering a novembre, con la volatilità di mercato che si aggiungerà a un rapporto sul lavoro debole. Continuiamo a pensare che il tapering potrebbe essere più veloce di quanto il mercato stia attualmente valutando, e potenzialmente alcune discussioni sui rialzi dei tassi potrebbero iniziare già a metà del 2022. I Treasury USA a 10 anni attualmente oscillano intorno a 1,60, con il recente selloff che ha perso un po’ di vigore nelle ultime settimane. Continuiamo a pensare che i tassi stiano sottoprezzando strutturalmente l’inflazione e la funzione di reazione della Fed, manteniamo i tassi a breve come copertura per quelli a lungo nel credito.
Crisi energetica: temporaneo sollievo (politico)
I mercati del gas hanno trovato una certa stabilità questa settimana dopo il massiccio rally del mese scorso. I futures sul gas naturale nel Regno Unito sono in calo del 25%, dopo un aumento del 130% a settembre. Nel corso della settimana, infatti, i titoli dei giornali hanno suggerito che sia stato trovato un accordo tra Russia e Germania, con il Cremlino che rassicura i mercati che l’approvvigionamento di gas europeo sarà potenziato nelle prossime settimane. Il motivo della stretta dell’offerta rimane in gran parte poco chiaro ed è probabilmente una combinazione di vari fattori. Tuttavia, i dati sui flussi mostrano una riduzione delle importazioni dell’UE dalla Russia, e la Russia è ancora responsabile del 40% del consumo europeo. Pertanto, una soluzione politica con la Russia è un passo importante per la stabilizzazione del mercato. A lungo termine, il quadro dell’offerta rimane difficile, con interruzioni dell’energia confermate in Brasile, Norvegia e Russia, riducendo l’offerta in un momento in cui la domanda si sta riprendendo e in Occidente sta per iniziare l’inverno. Le pressioni possono quindi essere gestite dai governi, ma non saranno completamente rimosse. Considerando il sistema di indicizzazione dell’Area Euro, la carenza potrebbe costare 50 punti base di inflazione annua (a condizione che non peggiori), portando l’inflazione del 2022 vicino al 2,4%.

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