GLOBAL CREDIT BULLETS | Lunedì 1 novembre 2021

GLOBAL CREDIT BULLETS | Lunedì 1 novembre 2021

BCE – Dietro la curva.
Nell’incontro di ottobre, la BCE è sembrata molto indietro rispetto alla curva. Mentre le dichiarazioni che hanno caratterizzato l’incontro sono state poco rilevanti, la comunicazione su inflazione e tassi ha finito per dare un messaggio debole ai mercati. La presidente Lagarde ha iniziato le sue osservazioni con una dettagliata analisi dell’inflazione, riconoscendo che molti fattori che sembravano essere transitori ora lo sembrano molto meno. Allo stesso tempo, ha minimizzato la necessità di un rialzo dei tassi nei prossimi 12 mesi, indicando i prezzi scontati dal mercato come “sbagliati”.  Non è stato menzionato il piano per i programmi di acquisto degli assets. Le preoccupazioni sull’inflazione e la negazione di un rialzo dei tassi non vanno molto d’accordo, con i mercati che sono quindi entrati in “modalità sfida” nei confronti della BCE. Durante l’incontro, le curve e gli spread europei si sono allargati, scontando in maniera più aggressiva un prossimo rialzo dei tassi. Il mercato ora sta scontando un rialzo entro la fine del 2022 e altri tre entro la fine del 2023. Tassi più alti nonostante la guida dovish indicano che i mercati sono ora in balia dell’inflazione. Nell’attuale contesto globale, ciò significa avere tassi più alti e una curva più ripida, con un rapido read-across sugli strumenti di credito.

FED – Tempo di tapering.
Mercoledì prossimo, la Fed annuncerà l’inizio del tapering, dopo 18 mesi di acquisti sostenuti di asset. A partire da novembre, la Fed diminuirà gli acquisti (attualmente pari a 120 miliardi di dollari al mese) di 15 miliardi di dollari al mese, di cui 10 miliardi in Treasuries. Il ritmo di diminuzione è destinato ad accelerare per portare gli acquisti a zero a metà del 2022, anche se la comunicazione sulla data di termini degli acquisti potrebbe rimanere flessibile. È probabile che Powell chiarisca che non ci si devono aspettare rialzi solo perché inizia il tapering, spingendo le aspettative di mercato al 2023. Anche le prospettive sull’inflazione e sui colli di bottiglia saranno una parte rilevante della discussione. L’inizio del tapering è stato ben anticipato dagli esponenti della Fed, e non sarà una sorpresa per i mercati. L’aspetto chiave avrà a che fare con la comunicazione, con Powell che dovrà evitare di commettere gli stessi errori commessi dalla presidente della BCE Lagarde nella scorsa settimana. Continuiamo a vedere più spazio di risalita per i tassi USA, ma meno irripidimento della curva rispetto all’Europa, data una probabile risposta politica più aggressiva all’inflazione.

Le altre Banche Centrali Falchi all’orizzonte.
Al di fuori dell’Europa e degli Stati Uniti, le banche centrali dei grandi Paesi continuano sempre più rapidamente ad adottare un atteggiamento da falco. La settimana scorsa, la Bank of Canada ha annunciato il tapering del QE e ha iniziato a preannunciare dei rialzi dei tassi per l’inizio del 2022. In Australia, la Reserve Bank of Australia (RBA) non sta difendendo il suo obiettivo di rendimento a causa del forte aumento dell’inflazione, suggerendo un cambiamento di posizione in vista della riunione di questa settimana. Nei mercati emergenti, la Russia e il Brasile stanno spingendo l’acceleratore, rispettivamente con 75 pb e 150 pb di rialzi nell’ultima settimana. Fondamentalmente, le banche centrali con minori responsabilità “globali” stanno riconoscendo i pericoli dell’inflazione, constatando come non si stia effettivamente autocorreggendo. Nei precedenti cicli di rialzi (2013 e 2018), le principali banche centrali hanno fatto da apripista. Le prime mosse avvenute fuori dagli Stati Uniti e dall’Europa, a nostro avviso, suggeriscono che per la Fed e per la BCE il tempo per adottare una politica più restrittiva stia per scadere.

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