Nella prima metà del 2025, i mercati finanziari si sono rivelati molto volatili e complessi da interpretare. Gran parte di questa instabilità ruota intorno alla politica statunitense e alle elezioni presidenziali americane. L’amministrazione Trump ha infatti condotto la propria campagna elettorale promettendo una serie di interventi di forte impatto, che, secondo prassi, dovrebbero essere implementati nel primo anno di presidenza. Questo perché il secondo anno sarà presumibilmente dedicato alla campagna per le elezioni di mid-term, un periodo in cui è lecito aspettarsi un atteggiamento più cauto e orientato a rassicurare i mercati.
I primi sei mesi della presidenza hanno confermato questa dinamica e ci aspettiamo che anche i prossimi mesi proseguano sulla stessa linea. Al centro di tutto c’è la politica fiscale americana, con particolare attenzione al cosiddetto big beautiful bill e agli effetti che questo pacchetto legislativo potrà generare sui mercati. A questi si aggiungono i dazi e più in generale l’orientamento della politica fiscale degli Stati Uniti.
Crescita e misure di supporto
In Europa, lo scenario è analogo. I cambiamenti recenti hanno avuto ricadute tangibili, tra cui l’intervento della Banca Centrale Europea che ha ridotto i tassi fino a raggiungere un livello neutrale attorno al 2%. Questo dovrebbe favorire una ripresa della domanda e dei prestiti bancari. Tuttavia, rimangono fattori di incertezza, come le politiche tariffarie e, più recentemente, l’annuncio del governo tedesco di voler investire 1.000 miliardi di euro in infrastrutture e difesa. Il risultato netto di queste dinamiche è un outlook europeo con una crescita potenziale più alta e un’inflazione leggermente in aumento. Anche se oggi l’inflazione non rappresenta più una preoccupazione immediata, i tassi potrebbero non scendere ulteriormente nel breve termine.
Un’asset class ben supportata
Negli ultimi tre anni, le banche hanno raggiunto livelli di utili insperati nel 2019, principalmente grazie al livello dei tassi. Vale però la pena ricordare che partivamo da una distorsione storica, con tassi negativi e inflazione prossima allo zero. Ora lo scenario è completamente diverso: ci aspettiamo che le banche continuino a produrre utili elevati.
Oltre agli utili, il settore bancario dispone oggi di buffer di capitale molto consistenti, i più elevati degli ultimi 15 anni, e superiori ai requisiti imposti dalla BCE. Questo doppio livello di protezione — utili sostenuti e buffer solidi — ci consente di dire con convinzione che, almeno sul fronte del credito bancario, non si intravedono problemi significativi. Nonostante la volatilità e le distorsioni macroeconomiche globali, il comparto finanziario si presenta oggi resiliente. Riteniamo che un eventuale shock esterno, per quanto rilevante, possa essere assorbito con efficacia.
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