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Clean Alpha | Watts it worth: dare energia alla crescita nell’era dei dati

La crescita accelerata della domanda di potenza di calcolo, trainata soprattutto dai carichi di lavoro legati all’intelligenza artificiale, sta rendendo i data center una delle fonti di consumo con un maggiore aumento a livello globale. Secondo le proiezioni, entro il 2035 i data center avranno bisogno di oltre 360 gigawatt di nuova capacità di generazione elettrica.

La crescita accelerata della domanda di potenza di calcolo, trainata soprattutto dai carichi di lavoro legati all’intelligenza artificiale, sta rendendo i data center una delle fonti di consumo elettrico con un maggiore aumento a livello globale. I data center rappresentano infatti oggi una delle principali fonti emergenti di consumo elettrico su scala globale. L’addestramento dei modelli AI, lo sviluppo di nuovi software e la crescita esponenziale dell’archiviazione dati richiedono livelli energetici molto superiori rispetto all’IT aziendale tradizionale, mettendo sotto pressione l’infrastruttura esistente.

Secondo le proiezioni, entro il 2035 i data center avranno bisogno di oltre 360 gigawatt di nuova capacità di generazione elettrica. Negli Stati Uniti, gli hyperscaler – i principali operatori del cloud – prevedono di allocare oltre 1.800 miliardi di dollari in investimenti entro il 2030, con l’obiettivo di garantire la disponibilità energetica, ampliare le infrastrutture e migliorare l’efficienza operativa. In Asia, si registrano dinamiche comparabili in termini di intensità e direzione.

Due ostacoli concreti stanno già condizionando questa espansione: la disponibilità effettiva di energia e le esigenze di raffreddamento, spesso legate a un uso massiccio di acqua. I progetti legati alla generazione e distribuzione di energia richiedono tempi lunghi di realizzazione e connessione alla rete, talvolta anche più di diversi anni. Nel frattempo, i grandi centri dati possono consumare volumi d’acqua molto elevati giornalmente, sollevando problematiche ambientali e normative, soprattutto nelle aree soggette a scarsità idrica.

In questo scenario, l’efficienza energetica sta diventando un fattore strategico, al pari della capacità computazionale stessa. Soluzioni come il raffreddamento a liquido, il recupero del calore dissipato e la gestione digitale dei consumi stanno guadagnando terreno, non solo per ridurre l’impatto ambientale, ma anche per supportare un aumento sostenibile dei carichi di lavoro. In questa riconfigurazione del modello operativo si concentrano le opportunità. I potenziali beneficiari includono i fornitori di energia e reti elettriche, insieme agli attori tecnologici e industriali meglio posizionati per accompagnare la prossima fase di crescita digitale.

Più dati, più energia: il nuovo bilancio del digitale

Nel 2024, i data center hanno raggiunto una potenza complessiva di circa 81 gigawatt, assorbendo oltre 370 terawattora di elettricità – pari all’1,4% della domanda globale. È una crescita costante, in atto da oltre un decennio, spinta dall’aumento degli utenti connessi e dall’adozione diffusa di servizi digitali (IEA, 2024).

Figura 1: Previsione della domanda di potenza dei data center globali per mercato (2025-20235)
Fonte: BNEF. Dati al 15/04/2025.

Oggi, però, non è solo una questione di volume: sta cambiando la natura stessa dell’elaborazione dati. I carichi computazionali, sia nel mondo aziendale che nella vita quotidiana, stanno imponendo nuove esigenze in termini di potenza e continuità operativa. BloombergNEF stima che la capacità globale dei data center possa triplicare entro il 2030, raggiungendo 179 GW, e arrivare a 277 GW entro il 2035. Di conseguenza, anche il consumo di elettricità potrebbe salire a 935 TWh entro il 2030 e superare 1.600 TWh nel 2035.

Alla luce di questo, i data center rischiano di arrivare ad assorbire circa il 3% della domanda globale di energia elettrica entro il 2030, e oltre il 4,5% cinque anni più tardi. Se il trend dovesse proseguire, entro la metà del secolo potrebbero arrivare a coprire quasi il 9% del consumo mondiale: un livello che rende urgente integrare infrastruttura digitale e pianificazione energetica.

Per far fronte a questo aumento, i grandi operatori stanno pianificando investimenti su scala straordinaria. Secondo BCG, i soli hyperscaler statunitensi destineranno 1.800 miliardi di dollari tra il 2024 e il 2030 per potenziare capacità computazionale, approvvigionamento energetico e infrastrutture di rete.

In Asia si registrano dinamiche simili. In Cina, i sei maggiori operatori cloud prevedono di incrementare il CapEx annuo di quasi il 60% nei prossimi tre anni, superando i 373 miliardi di RMB (circa 50 miliardi di dollari). Queste risorse dovrebbero generare 3–4 GW di nuova capacità all’anno, con un tasso annuo composto del 20%. Nel Sud-Est asiatico, la Malesia sta emergendo come hub regionale: la utility Tenaga gestisce una pipeline da 6 GW, circa i due terzi della capacità prevista in tutta l’area.

Il motivo principale di questa accelerazione è che le applicazioni informatiche di oggi richiedono molta più energia rispetto all’IT tradizionale. I carichi di lavoro legati all’intelligenza artificiale – come l’addestramento dei modelli e le operazioni di inferenza su GPU – rappresentano circa il 20% della domanda energetica dei data center, una quota destinata a salire (The Guardian, 2025). Diamo un ordine di grandezza: una singola richiesta a ChatGPT può consumare fino a dieci volte l’elettricità di una ricerca Google.

Il restante 80% dei consumi è legato alla diffusione degli utenti digitali e alla migrazione verso servizi cloud e archiviazione remota, che contribuiscono ad aumentare in modo significativo il fabbisogno energetico.

Con l’aumento dei carichi elaborativi, anche la densità di potenza per metro quadro è in crescita. Secondo Morgan Stanley, il consumo annuo dei data center statunitensi potrebbe passare da 188 TWh a 513 TWh, con un tasso di crescita leggermente inferiore a quello asiatico (+28% vs +35% annuo, figura 2).

Figura 2: Richiesta di potenza dei data center USA vs Asia (TWh) (2025).
Fonte: Morgan Stanley, Algebris Investments. Dati al 26/05/2025.

Questa dinamica mette in evidenza i limiti fisici del sistema: non solo potenza di calcolo, ma accesso all’energia, alla rete, allo spazio fisico e a sistemi di raffreddamento affidabili. Tra questi fattori, due stanno diventando particolarmente restrittivi:

  1. Accesso all’energia: realizzare nuovi impianti e integrarli nella rete può richiedere anni, complicato anche dai lunghi iter autorizzativi per sottostazioni e linee ad alta tensione.
  2. Raffreddamento e uso dell’acqua: molti data center utilizzano ancora sistemi evaporativi, che possono consumare fino a 1,8 litri d’acqua per kWh. Una criticità crescente in contesti dove la risorsa idrica è limitata.
Gigawatt per Gigabyte: quando l’energia diventa digitale

Se considerati come un unico sistema, i data center rappresenterebbero oggi il quarto maggior consumatore di elettricità al mondo – superati solo da Stati Uniti, Cina e India (BNEF, 2025). Per soddisfare la domanda prevista entro il 2035, sarà necessario aggiungere circa 362 gigawatt di nuova capacità di generazione, l’equivalente di oltre 350 centrali elettriche di grandi dimensioni.

Figura 3: Variazione marginale della capacità installata a causa della domanda aggiuntiva di energia dei data center (2025).
Fonte: BNEF. Dati al 15/04/2025.

La risposta a questa impennata passa per uno sviluppo massiccio delle infrastrutture energetiche, sia sul fronte della disponibilità di energia sia su quello della distribuzione. I grandi operatori americani – Amazon, Microsoft, Google e Meta – stanno firmando contratti pluriennali con fornitori di energia tradizionale e rinnovabile, oltre che con gestori di rete. Il gas naturale, pur rimanendo oggi un’opzione strategica per garantire continuità operativa, è destinato a lasciare spazio a un mix energetico più sostenibile e competitivo, in linea con gli impegni di decarbonizzazione e con una maggiore efficienza economica.

Secondo S&P, gli hyperscaler statunitensi hanno attualmente una pipeline di circa 84 GW di energia pulita. Più di 50 GW provengono da contratti già sottoscritti con impianti solari ed eolici – pari a circa 29 GW di solare e 13 GW di eolico nel solo mercato statunitense (figura 4).

Figura 4: Principali aziende USA acquirenti di energia pulita (2024)
Fonte: BNEF. Dati al 15/04/2025.

In Asia-Pacifico, anche le big tech stanno rafforzando la capacità energetica per rispondere a una domanda in crescita, stimata attorno al 4,7% annuo fino al 2030. Cina e India guidano questa espansione, con il resto del Sud-Est asiatico in rapida evoluzione (+4,3% annuo al netto della Cina). Gli investimenti degli hyperscaler stanno già rimodellando il mix energetico regionale, aumentando la quota di rinnovabili e gas naturale, mentre l’uso del carbone si mantiene stabile, con prospettive di calo nel medio periodo.

Le rinnovabili offrono un forte potenziale di crescita, grazie a un’accelerazione degli investimenti e a costanti miglioramenti nell’efficienza. I contratti a lungo termine con i grandi operatori forniscono una garanzia di acquisto stabile, elemento cruciale per sbloccare i finanziamenti necessari – spesso difficili da ottenere nel comparto green. In Europa e negli Stati Uniti, i PPA aziendali (Power Purchase Agreements) si sono affermati come strumento parallelo alle aste pubbliche per incentivare la produzione rinnovabile. In Asia, si stanno sviluppando meccanismi simili, generando un ciclo virtuoso di investimenti che coinvolge utility, sviluppatori e gestori di rete.

Man mano che questo ciclo si consolida, i data center saranno sempre più alimentati da energia pulita, creando un effetto moltiplicatore lungo tutta la filiera. I benefici riguardano non solo i produttori di energia, ma anche le aziende che rendono possibile la sua distribuzione. Attori come Prysmian e Nexans, specializzati nei cavi per reti elettriche complesse, sono ben posizionati per trarre vantaggio da questa dinamica. Nei settori Power Grids e Transmission, si stimano tassi di crescita annui composti rispettivamente dell’8% e del 9% fino al 2030.

Figura 5: Fonti di energia utilizzate per i data center in Asia
Fonte: Morgan Stanley. Dati al 26/05/2025.
L’efficienza è la nuova capacità

Con energia e raffreddamento che iniziano a rappresentare vincoli strutturali, i gestori dei data center stanno trattando l’efficienza non più come un semplice miglioramento, ma come una leva diretta per aumentare la capacità operativa. Ogni watt risparmiato nei sistemi ausiliari o di raffreddamento equivale a un watt in più disponibile per le attività computazionali. Ma oltre al guadagno immediato, migliorare l’efficienza consente anche di ridurre l’impatto ambientale nel lungo termine, sostenendo gli obiettivi climatici delle aziende.

L’aumento della densità dei chip rende i sistemi di raffreddamento ad aria sempre meno efficaci, causando punti caldi o raffreddamenti mal distribuiti. Per questo motivo, il settore si sta orientando verso il raffreddamento a liquido. Secondo AFCOM, solo il 17% dei data center ha già adottato questa tecnologia, ma un ulteriore 32% prevede di implementarla entro i prossimi 1–2 anni: un segnale chiaro di una prossima ondata di adozione.

Da un lato, aziende come Vertiv, Asetek e Schneider Electric stanno sviluppando rack raffreddati a liquido in collaborazione con i produttori di chip, per supportare carichi fino a 100 kW per rack in modo efficiente. Dall’altro, attori come ABB e Trane Technologies stanno integrando architetture elettriche ad alta efficienza e sistemi di controllo autonomi nei data center.

Queste soluzioni consentono non solo di ridurre il consumo energetico per il raffreddamento (in alcuni test, un modulo di raffreddamento a liquido ha garantito un risparmio del 15% nei cluster AI), ma anche di recuperare il calore dissipato e riutilizzarlo in altre parti dell’impianto o nella comunità circostante. In effetti, quasi il 100% dell’elettricità consumata da un data center si trasforma in calore, un’opportunità energetica spesso sprecata (Vertiv, 2025). A Odense, in Danimarca, il data center di Meta fornisce calore a migliaia di abitazioni tramite la rete di teleriscaldamento urbana. Con la maggior parte dei nuovi impianti situati vicino a zone urbane, modelli simili potrebbero essere replicati altrove (figura 6, BNEF, 2025).

Figura 6: Prossimità dei data center a centri urbani e aree rurali
Fonte: BNEF. Dati al 15/04/2025.

Oltre all’hardware, anche la gestione digitale avanzata gioca un ruolo chiave: sempre più operatori stanno adottando sistemi di digital twin per simulare e ottimizzare i consumi energetici in tempo reale, prevenendo colli di bottiglia, regolando il raffreddamento, i flussi d’aria e i carichi di lavoro. Chipmaker come Nvidia collaborano con aziende industriali per ampliare queste capacità. Tra le piattaforme più avanzate troviamo EcoStruxure di Schneider Electric, Ability di ABB e AVEVA di Siemens.

Applicate su larga scala, queste ottimizzazioni generano risparmi significativi. Poiché l’energia rappresenta una delle principali voci di costo operativo nei data center, gli incentivi economici sono forti: investire oggi in efficienza significa ridurre la bolletta domani. Un vantaggio che può tradursi in crescita per l’intero ecosistema dei data center (figura 7, figura 8).

Figura 7: La crescita del CAPEX degli hyperscaler probabilmente si ripercuoterà su tutta la catena del valore dei data center
Nota: Il Capex degli hyperscaler considera Meta Platforms Inc, Microsoft Corp, Oracle Corp, International Business Machines Corp, Alphabet Inc, Salesforce Inc, Amazon Web Services.
Dove la crescita digitale incontra le infrastrutture reali

La crescente domanda di potenza computazionale – dall’intelligenza artificiale all’archiviazione dati – non è soltanto una questione di chip e data center, ma sempre più una questione di energia e infrastrutture fisiche. Tra il 2025 e il 2035, i data center si troveranno ad affrontare una nuova realtà: non saranno più solo la capacità di elaborazione o la connettività a fare da limite, ma la disponibilità di risorse concrete come elettricità, raffreddamento e spazio fisico.

In questo scenario, il capitale si muoverà verso le soluzioni in grado di superare i vincoli materiali. Il valore si concentrerà laddove sarà possibile abilitare una crescita sostenibile: dalla generazione di energia a basse emissioni alle tecnologie che migliorano efficienza e scalabilità. Saranno le infrastrutture – reti, impianti, sistemi di raffreddamento, componentistica hardware – a fare la differenza nella corsa all’hyperscale.

Investire in soluzioni che rendono possibile questa espansione significa non solo intercettare ritorni potenzialmente interessanti, ma anche garantirsi un ruolo stabile in un mondo sempre più dipendente dalla potenza di calcolo. L’integrazione tra crescita digitale e asset reali non è una possibilità futura: è la condizione necessaria per affrontare il prossimo capitolo della trasformazione tecnologica.

Figura 8: I diversi player nella catena del valore dei data center
Fonte: Quartr, 2025

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