Ahead of the Curve | Venerdì, 6 agosto 2021

Ahead of the Curve | Venerdì, 6 agosto 2021

La BCE rimuove il divieto di dividendo – banche pronte a restituire agli azionisti quantità significative di capitale in eccesso.
La BCE ha finalmente rimosso il divieto alla distribuzione dei dividendi a cui erano sottoposte le banche europee. È importante notare che nella sua dichiarazione ha anche esplicitamente riconosciuto per la prima volta il ruolo cruciale dei buyback nei piani di gestione del capitale delle banche. Prima della crisi da COVID-19, avevamo evidenziato come la normativa nei confronti del capitale delle banche europee e dei buyback azionari fosse cambiata. Lo scoppio della crisi COVID ha messo tutto questo in sospeso, ma il settore ha continuato ad accumulare capitale in eccesso durante questo periodo, e ora vediamo chiari segnali della volontà di restituirlo agli azionisti. Di conseguenza, guardando al 2021, stimiamo per il settore un rendimento complessivo per gli azionisti (compresi i dividendi da recuperare e i buyback) dell’8%, e in seguito, su base più sostenibile, del 7%. In un mondo in cui i tassi stanno marciando verso il basso, riteniamo straordinaria la presenza di rendimenti così elevati. Agli attuali livelli di prezzo delle azioni, i buyback accresceranno significativamente il valore contabile tangibile per azione, portando anche un rendimento del patrimonio netto tangibile (ROTE) più elevato. Inoltre, sono stati recentemente annunciati i risultati del primo stress test post-COVID, che si sono rivelati migliori del previsto per il settore nonostante le ipotesi macroeconomiche significativamente più onerose rispetto ai precedenti stress test. Per esempio, assumendo un calo del PIL del 55% più alto delle aspettative, così come un tasso di disoccupazione che supera le attese del 52% nei suoi valori massimi. Ciononostante, quasi tutte le banche se la sono cavata bene, mantenendo buffer significativi ai requisiti minimi di capitale dopo i duri colpi inferti ai loro coefficienti di capitale. Sebbene l’esercizio di stress test sia in qualche modo teorico, si tratta in realtà di un altro segno del fatto che il regolatore consideri i livelli di capitale delle banche europee come più che adeguatamente capitalizzati per sopportare un grave shock economico potenziale (oltre alla crisi COVID appena subita). I recenti movimenti dei tassi di interesse hanno catturato l’attenzione del mercato in questo specifico momento, ma sono rendimenti straordinari destinati a rimanere (perlomeno ai prezzi attuali delle azioni).

Societe Generale spicca in una stagione degli utili delle banche europee sempre in positivo.
La stagione degli utili delle banche europee continua a registrare valori positivi. Come abbiamo già commentato, UBS ha realizzato numeri impressionanti, ma un altro titolo importante presente nel nostro portafoglio, Societe Generale, potrebbe aver avuto un trimestre ancora migliore, almeno rispetto alle aspettative. L’utile ante imposte ha battuto il consenso di oltre il 50%. Il credito benigno ha aiutato – come è stato il caso di quasi tutte le altre banche in questo trimestre – ma un sorprendente +21% è stato registrato sulla linea pre-provvigioni. Un risultato guidato dai valori delle entrate, che hanno superato tutte le linee al di fuori di quella relativa ai servizi Fixed Income Clearing Corporation (FICC – un’altra area di debolezza in questo trimestre per la maggior parte delle banche dei mercati dei capitali). Il capitale – per molti anni l’anello debole di SocGen – continua a crescere (Coefficiente Patrimoniale Prudenziale, CET1 pari al 13,4%) e la società ha annunciato un riacquisto per il suo mancato dividendo 2020 e si sta preparando per un payout del 50% che implica un rendimento di quasi il 5% sui soli utili del primo semestre.

UniCredit entra in trattative per l’acquisizione del Monte dei Paschi a condizioni interessanti.
Alla fine della scorsa settimana è stato annunciato che UniCredit è entrata in trattativa esclusiva con il governo italiano per la potenziale acquisizione di MPS. Questo accordo è stato a lungo vociferato, in particolare da quando Andrea Orcel è stato scelto come nuovo CEO del Gruppo Unicredit. Tuttavia, non era chiaro se Orcel avrebbe preferito l’acquisizione della travagliata MPS, o se avrebbe messo gli occhi su una banca come Banco BPM, o ancora se avrebbe rinunciato del tutto alle acquisizioni per cercare invece un aggressivo piano di buy back. In linea di principio, alcuni dei termini chiave che sono stati concordati includono la neutralità del capitale, la neutralità degli utili (pre-sinergie), l’immunità dal rischio di controversie straordinarie e l’esclusione delle attività in sofferenza. Dal nostro punto di vista, mentre rimane molta incertezza sulla struttura effettiva di un potenziale accordo, sarebbe una significativa vittoria strategica e finanziaria per Unicredit se riuscisse ad eseguire una transazione su questi termini. Il titolo è già tra i più economici in Europa (6x gli utili 2023) anche prima di eliminare il capitale in eccesso, che è più della metà dell’attuale capitale di mercato. Aggiustando il capitale in eccesso – che sarà ancora presente dopo un accordo con MPS secondo i termini richiesti – e ipotizzando una crescita dell’EPS a due cifre dopo l’eventuale accordo con MPS, Unicredit è attualmente valutata a poco più del doppio sugli utili 2023.

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