Lockdown – Di nuovo a casa.
L’aumento dei tassi di ospedalizzazione ha spinto i paesi europei verso un lockdown più ‘soft’. Le misure sono meno severe rispetto ad aprile, ma saranno sufficienti per un downgrade delle previsioni di crescita del Q4. I mercati azionari si sono fortemente indeboliti, mentre il credito è rimasto stabile. Riteniamo che il credito rimarrà più sostenuto, grazie al supporto monetario e fiscale. Nelle prossime settimane sarà possibile un aumento della volatilità, soprattutto se il mercato si concentrerà su potenziali restrizioni in USA dopo le elezioni. L’equity americano e il credito in generale sono più vulnerabili a un rischio lockdown, in quanto più stabili dell’equity europeo nell’ultima settimana. Le speranze su un vaccino nel 2021 e un ulteriore stimolo monetario in dicembre rimarranno un’ancora per il mercato, per cui un sell-off sarà comunque più blando rispetto a marzo. L’Asia continuerà a sovraperformare, vista l’assenza di misure restrittive.
Elezioni USA – Occhio a Florida, Carolina del Nord e Pennsylvania.
Martedì 3 novembre gli USA voteranno per il Presidente e il Congresso. Il nostro modello assegna l’87% di probabilità a una vittoria di Biden e il 61% ad uno scenario Blue wave. La grande affluenza alle urne è continuata nel corso del weekend e già 93 milioni di persone hanno votato, il che rappresenta il 68% del totale dei voti del 2016. Il nostro scenario di base rimane dunque una vittoria di Biden, che supporterà il ‘value trade’, l’inflazione e gli asset non americani, mentre indebolirà dollaro e Treasuries. Chiaramente l’impatto del ‘Biden trade’ dipenderà anche da un eventuale lockdown negli Stati Uniti dopo le elezioni. Per quanto riguarda il timing, Florida, Arizona e Carolina del Nord sono gli Stati chiave da monitorare, dato che una vittoria di Biden in uno di questi potrebbe sigillare il risultato già il 4 novembre. Se Biden dovesse perdere in tutti questi Stati (scenario improbabile, in base ai sondaggi), dovremmo aspettare la Pennsylvania. Questo potrebbe richiedere 1-2 settimane dalla notte delle elezioni.
BCE – Aspettando Natale.
Il meeting della BCE di settimana scorsa ha dipinto una prospettiva più cupa per il Q4. Nonostante questo la BCE si è astenuta dall’agire per adesso, suggerendo invece ai mercati che lo stimolo arriverà al meeting di dicembre. Nell’ultimo meeting dell’anno dunque vediamo probabile un aumento di 400-500 miliardi di euro negli acquisti di PEPP, un’espansione del programma TLTRO e un estensione degli acquisti ad assets di minore qualità (i cosiddetti “fallen angels”). Questo pacchetto sarebbe una sorpresa “dovish” rispetto al consenso e potrebbe dunque fornire un sostegno per un’eventuale debolezza di mercato dovuta ai lockdown. Settimana prossima, anche la Fed lascerà invariata la politica monetaria, data l’incertezza delle elezioni, per cui qualsiasi rivalutazione avverrà a dicembre. I nuovi stimoli della Bce, insieme agli aiuti di Stato alle aziende strategiche, continueranno a limitare il downside sul credito.
Cina – Più aperta al mondo?
Il Comitato Centrale del Partito Comunista ha reso noti i dettagli sul nuovo piano quinquennale. Sebbene un target di crescita non sia stato specificato, il Comitato ha enfatizzato la liberalizzazione del capital account come uno degli obiettivi strategici. Il focus economico cinese si allontana dunque dalle esportazioni e si avvicina a innovazione e consumatore, rendendo dunque probabile che il Politburo consenta un aumento di afflussi di capitali nel Paese. Le obbligazioni e le azioni cinesi rimangono sottopesate nei portafogli globali, quindi un’ulteriore liberalizzazione sarà favorevole per i prezzi degli asset cinesi. A breve termine, la valuta e l’equity hanno più upside vista la robusta crescita in Asia. Il rimbalzo del PIL nel Q3 e il colpo accusato recentemente dalle PMI portano in questa direzione. Nel 2021, anche le obbligazioni locali cinesi attireranno l’attenzione degli investitori, data la politica monetaria restrittiva e l’assenza di safe-haven globali.

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