GLOBAL CREDIT BULLETS | Lunedì 22 novembre 2021

GLOBAL CREDIT BULLETS | Lunedì 22 novembre 2021

Fed – in attesa del nuovo presidente
Questa settimana, la Casa Bianca annuncerà probabilmente il nuovo presidente della Federal Reserve. Poiché il mandato di Powell scade a febbraio, è necessaria una nomina entro dicembre per dare tempo sufficiente al Senato per l’approvazione. La riconferma è una gara serrata tra l’attuale presidente Powell e Lael Brainard, attualmente nel consiglio dei governatori. Una conferma di Powell risulterebbe come una scelta naturale data l’imminente stretta monetaria, ma Brainard è più appetibile per l’ala sinistra del Partito Democratico, data la sua posizione riformista e la sua attenzione al clima e alla regolamentazione. I mercati percepirebbero una nomina di Brainard come una svolta più accomodante. Il tapering è iniziato e l’inflazione elevata significa che sono probabili rialzi dei tassi nel 2022, ma una buona parte di questa politica monetaria restrittiva è già scontata dal mercato. Un cambio di presidente potrebbe portare ad una maggiore pazienza con rialzi più graduali, portando a un irripidimento delle curve e a una debolezza del dollaro USA. A lungo termine, la differenza sarebbe minima e il tasso finale della Fed sarà in gran parte determinato dalla persistenza dell’inflazione.

Turchia – Preparatevi per un periodo di (ancor più) alta volatilità
Giovedì scorso, la Banca centrale turca ha tagliato i tassi di interesse di 100 punti base. Questo è il terzo taglio consecutivo, che porta a una totale riduzione dei tassi di 300 pb negli ultimi tre mesi. Il tasso d’interesse ufficiale è ora pari al 15%, contro un’inflazione che corre al 20%. I tassi reali profondamente negativi e il tono accomodante della banca centrale e del governo hanno innescato forti vendite sulla lira. La valuta si è indebolita del 10% nell’ultima settimana e del 35% da inizio anno. A differenza degli scorsi episodi di alta volatilità, gli investitori internazionali non sono fortemente posizionati in Turchia. Questa settimana gli operatori nazionali, come i privati e le aziende, hanno iniziato a vendere le lire turche in modo più aggressivo. Questi tagli continui, a fronte di una politica monetaria aggressiva a livello globale, rischiano di innescare un’accelerazione delle vendite interne di moneta nazionale, amplificando ulteriormente la spirale discendente della lira turca. Poiché il margine di riserve di moneta rimane basso, l’unico modo per fermare il deprezzamento della valuta è un’inversione di tendenza della politica monetaria, da accomodante a restrittiva. Alla fine, è probabile che la Central Bank of the Republic of Turkey (CBT) finisca per alzare i tassi, ma pensiamo che ciò potrebbe non accadere presto. Fino ad allora, la lira turca e l’economia rimarranno sotto pressione.

Europa – Timori da lockdown
I mercati europei sono spaventati dai timori di nuovi lockdown. I casi sono in forte aumento nell’Europa centrale e orientale e i governi stanno reagendo con più restrizioni. Venerdì scorso, l’Austria è stato il primo paese ad annunciare un lockdown nazionale di 3 settimane. La Germania ha finora limitato le restrizioni ai cittadini non vaccinati, ma il ministro della salute non esclude di seguire l’esempio dell’Austria. Repubblica Ceca, Slovacchia e Grecia hanno introdotto nuove restrizioni nelle ultime settimane. Intravediamo una possibilità di lockdown parziali nel Nord Europa andando verso l’inverno, ma pensiamo che sia improbabile che ciò si trasformi in una chiusura generalizzata (in stile inverno 2020). Per ora, i paesi che introducono restrizioni sono quelli con dei tassi di vaccinazione relativamente bassi (60-65%), suggerendo che Francia, Italia e Spagna, con tassi di vaccinazione superiori all’80%, potrebbero rimanere immuni. Inoltre, le ospedalizzazioni rimangono basse nella maggior parte dei paesi, lasciando pensare ad una natura molto cauta delle nuove restrizioni. I mercati europei hanno iniziato a correggere venerdì, in particolare con i titoli value, le banche e i settori legati alla riapertura. Continuiamo a vedere il 2022 come un buon contesto per i titoli value, data l’elevata inflazione e i recenti segnali di una forte domanda interna. Pertanto, considereremmo qualsiasi forte ribasso sui timori di nuovi lockdown come un’opportunità d’investimento nei settori legati alla riapertura.

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