Market Views · Azionario globale

Il ritorno delle PMI italiane: valutazioni interessanti, opportunità selettive

Le PMI italiane stanno tornando al centro dell’interesse degli investitori grazie a valutazioni storicamente basse e segnali di ripresa degli utili attesi già dal 2025. Il contesto sta migliorando: l’inversione del ciclo dei tassi, la stabilizzazione dei prezzi e la fine delle pressioni tecniche sui listini aprono nuove opportunità. In questo scenario, il potenziale di crescita - su realtà selezionate - resta elevato, soprattutto nei segmenti legati all’AI, IoT e transizione energetica.
Mid-year Updates 2025 | 16 luglio 2025

L’impatto delle recenti misure tariffarie adottate dagli Stati Uniti dipenderà molto da quanto saranno ampie e durature nel tempo. Per molte aziende esportatrici Italiane, però, al momento l’effetto sembra essere contenuto. Gli USA rappresentano circa il 20% dei ricavi del mercato italiano e molte di loro stanno già adottando strategie di mitigazione piuttosto efficaci: da un lato, piccoli aumenti di prezzo che restano sostenibili per il cliente finale; dall’altro, una riorganizzazione della supply chain, spostando parte della produzione o degli approvvigionamenti verso Paesi meno colpiti dai dazi.

Dazi

In evoluzione, con segnali incoraggianti dalle imprese

Queste azioni stanno contribuendo a limitare l’erosione dei margini operativi, soprattutto per quelle imprese che operano in settori ad alto valore aggiunto o che hanno una buona flessibilità produttiva. In sostanza, la capacità di adattamento gioca un ruolo fondamentale.

Per quanto riguarda invece i consumatori statunitensi, molto dipenderà da come questi costi verranno trasferiti lungo la filiera. Se l’impatto resterà moderato e ben distribuito, sarà probabile che venga assorbito senza grandi conseguenze per il potere d’acquisto. Se invece i rincari saranno più marcati o concentrati su beni essenziali, allora potrebbero iniziare a pesare sulla domanda interna, alimentando una certa pressione sui consumi.

In definitiva, sarà cruciale osservare nei prossimi mesi come le aziende gestiranno la politica dei prezzi e se i governi interverranno per bilanciare gli effetti. La situazione è in evoluzione, ma al momento i segnali di adattamento da parte delle imprese europee sono incoraggianti.

PMI italiane

Le ragioni del rinnovato interesse

Le piccole e medie imprese italiane, in particolare quelle quotate, si trovano oggi su livelli di valutazione estremamente interessanti. Dopo anni di compressione, il comparto mostra multipli ai minimi da oltre un decennio.

La debole performance registrata negli ultimi tre anni è riconducibile a una serie di fattori esogeni e congiunturali. Innanzitutto, la crescita degli utili è stata frenata da un contesto complesso: l’inflazione post-pandemica ha inciso sui margini, le tensioni geopolitiche—dalla guerra in Ucraina al conflitto in Medio Oriente—hanno creato incertezza diffusa, mentre l’impennata dei costi energetici e le difficoltà nelle catene di approvvigionamento hanno ulteriormente appesantito i bilanci. A questo si è aggiunto il ciclo restrittivo della politica monetaria, che ha portato a un rialzo dei tassi penalizzante per le valutazioni. Infine, il segmento ha subito circa 3 miliardi di euro di deflussi legati alla scadenza della prima generazione di fondi PIR, che per anni avevano sostenuto la domanda sull’azionario domestico.

Tuttavia, riteniamo che molti di questi elementi critici stiano ora rientrando. Già a partire dal 2025 ci si aspetta una ripresa degli utili, favorita da una dinamica dei prezzi più stabile, da un costo dell’energia tornato su livelli più fisiologici e da effetti positivi sul manifatturiero europeo derivanti dal piano industriale tedesco. In parallelo, il ciclo dei tassi ha imboccato una fase di inversione. Inoltre, il tema dei fondi PIR si è ormai risolto: i deflussi straordinari si sono esauriti strutturalmente nell’ultimo trimestre del 2024, eliminando una pressione tecnica che aveva pesato in modo significativo sulle quotazioni.

Opportunità

Settori selezionati

Fra le large cap pensiamo che il settore della difesa continui ad essere forte, mentre ci aspettiamo un recupero sequenziale di alcuni comparti industriali che vengono da alcuni trimestri difficili.

Fra le società a media capitalizzazione ci aspettiamo le migliori opportunità nei settori della tecnologia e dell’efficienza energetica, trainati da trend strutturali di lungo periodo. Le Mid Caps italiane dovrebbero registrare una crescita degli utili del +9% nel 2025, con un’accelerazione significativa al +11% nel 2026, confermando un andamento più dinamico rispetto alla media del mercato. Il comparto Tech e Semiconductors mostra segnali di slancio, sostenuto dall’aumento dell’adozione di tecnologie legate all’intelligenza artificiale e all’Internet of Things. Parallelamente, il settore dell’energy efficiency beneficia di una domanda strutturalmente robusta, in particolare nell’ambito dei data center e della refrigerazione industriale. L’adozione digitale e le esigenze di trasformazione energetica rappresentano quindi i principali driver di investimento per i prossimi trimestri.

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