
BCE – Quanto lontano possono volare i falchi
La scorsa settimana il CPI dell’Eurozona, nonostante sia sceso dello 0,2% rispetto ai livelli stagionali di gennaio, ha battuto le aspettative, dando un messaggio contrastante alla BCE. Lo HICP (indice armonizzato dei prezzi al consumo) di febbraio si è attestato al 2,6%, mentre quello core al 3,1%, rispettivamente 10 e 20 punti percentuali al di sopra delle aspettative. La BCE si riunirà giovedì e non prenderà alcuna decisione, ma le nuove stime orienteranno le aspettative di taglio dei tassi dei mercati. Le proiezioni di crescita per il 2024 saranno probabilmente abbassate rispetto allo 0,8% di dicembre, mentre le stime di inflazione dovrebbero scendere lungo tutto l’orizzonte di previsione. L’attenzione si concentrerà in particolare sulla stima della core inflation per il 2026, che in precedenza era ancora vista al di sopra del 2%, ma che ora potrebbe scendere al di sotto del target. I recenti interventi della BCE hanno mostrato divisioni sulla data di inizio del ciclo di tagli, sebbene il consenso sia per lo più incentrato su giugno.
Stati Uniti – Tornano i dati
Questa settimana inizia con i principali dati macro statunitensi di febbraio e ci aiuta a determinare se i forti dati di gennaio sono stati solo un evento eccezionale o se sono destinati a rimanere. Si prevede un ulteriore allentamento del mercato del lavoro, ma è probabile che le buste paga rimangano forti, con una previsione di aumento di 190.000 posti di lavoro. Venerdì l’ISM manifatturiero è sceso inaspettatamente da 49,1 a 47,8, nonostante le stime e gli indicatori anticipatori indicassero un aumento. I rendimenti a 10 anni degli Stati Uniti si sono ridotti di circa 30 pb dall’inizio dell’anno, ma se questa serie di dati si rivelerà più debole il mercato sarà pronto a tornare sui titoli di Stato.
Cina – Aspettando un segnale forte
L’Assemblea Nazionale del Popolo comincia martedì ed è al centro dell’attenzione degli investitori in cerca di stimoli alla crescita da parte della Cina. Il premier Li Qiang probabilmente indicherà un obiettivo di crescita per il 2024 intorno al 5%, superando le previsioni per l’anno in corso, pari al 4,6%, e puntando su una politica fiscale espansiva e sul sostegno al settore immobiliare. Il deficit fiscale al 3% del PIL e un tetto all’inflazione del 3% sono lo scenario di base, ma un linguaggio per una maggiore espansione o una più forte reflazione sarebbe visto come rialzista. Gli stimoli finora sono stati serviti solo in modo frammentario, con conseguente rallentamento dei mercati azionari e un sentiment debole. Per un’eventuale inversione di tendenza, guardiamo all’assemblea nazionale del popolo.
Algebris Investments’ Global Credit Team
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