GLOBAL CREDIT BULLETS | Lunedì 4 aprile 2022

GLOBAL CREDIT BULLETS | Lunedì 4 aprile 2022

Europa – Tassi ancora in salita.
I dati sull’inflazione della scorsa settimana in Europa sono rimasti forti, rafforzando lo scenario di una normalizzazione della politica monetaria. Il dato dell’inflazione tedesca mese su mese a marzo si è attestato a 2,5%, mentre in Francia era all’1,6%, in entrambi i casi al di sopra  delle aspettative del mercato. L’inflazione più alta del previsto è in parte da ricondurre all’aumento dei prezzi dell’energia. L’impatto dei beni energetici potrebbe anche influenzare le future proiezioni dell’inflazione a livello globale, come quella statunitense in arrivo il 12 aprile. La settimana precedente, anche i dati economici europei (PMI, Purchasing Managers’ Index) si sono rivelati migliori del previsto, anche se in calo rispetto ai mesi precedenti. Questo fine settimana, il membro del consiglio direttivo della BCE Schnabel ha affermato che questi dati sostengono una normalizzazione monetaria, richiedendo un aumento dei tassi di interesse solo dopo aver posto fine al piano di acquisti di obbligazioni nel terzo trimestre. Schnabel ha detto che il perdurare della guerra aumenta l’incertezza e i rischi di un rallentamento della crescita, e che una porzione “considerevole” dell’inflazione può diventare persistente a causa dei cambiamenti strutturali e di un aumento dei salari.

Banca del Giappone – Una politica monetaria accomodante.
La scorsa settimana, la BoJ (Bank of Japan) ha aumentato gli acquisti di obbligazioni in un’ottica di controllo della curva dei rendimenti, al fine di difendere l’obiettivo a 10 anni di mantenere i rendimenti al di sotto della soglia dello 0,25%. Tale politica era stata introdotta nel 2016 per ancorare i tassi all’economia, tuttavia, vista la forte spinta inflattiva attuale a livello globale e il rapido rialzo dei tassi da parte dei Paesi del G10, si trova sotto pressione.

Il piano di acquisti illimitati da parte della BoJ sta causando un notevole indebolimento dello Yen, ad oggi deprezzatosi del 6% rispetto al dollaro, attestandosi a 125 Yen per dollaro la scorsa settimana. Una simile politica di acquisti appare come insostenibile qualora le pressioni sulla vendita delle obbligazioni dovessero persistere. Il governatore della Banca Centrale Kuroda è a sostegno del YCC (Yuan Chain Coin) e ritiene che uno yen più debole sia a sostegno dell’economia. Uno yen troppo debole, tuttavia, finirà per ridurre il sostegno al governo e obbligherà il Ministro delle Finanze a intervenire, eventualità che, a nostro avviso, potrebbe verificarsi con un tasso di cambio USD/JPY intorno a 130. In assenza di una forte fase di risk-off, solo uno tra questi due obiettivi potrà essere perseguito, visto che entrambi non possono più essere mantenuti alla luce dell’attuale contesto di elevata inflazione e elevati rendimenti su scala globale.


Algebris Investments’ Global Credit Team

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