Europa – I dati sull’inflazione spianano la strada ai falchi.
La scorsa settimana, i dati sull’inflazione di maggio hanno sorpreso al rialzo, aprendo la strada a un’azione più marcata da parte della BCE durante l’estate. Il dato per l’Eurozona si è attestato all’8,1% per il mese di maggio, superando sia il precedente record del 7,4% sia le aspettative di consenso del 7,8%. Il dato è stato determinato soprattutto dagli effetti indiretti degli aumenti dei prezzi dell’energia, in quanto l’inflazione dei servizi si sta effettivamente moderando, o sta comunque crescendo meno. La Germania e l’Italia hanno registrato l’andamento inflattivo più preoccupante, a fronte di qualche segnale di moderazione in Francia e Spagna. I dati europei mostrano anche i primi segnali di aumento delle pressioni salariali: gli indicatori dei salari negoziati della BCE sono saliti al 2,8% nel secondo trimestre, rispetto all’1,6% del quarto trimestre del 2021. La retorica hawkish degli esponenti della BCE è aumentata in modo significativo nell’ultimo mese e i dati di maggio indicano che ora devono seguire azioni sufficientemente coraggiose. Il fallimento del raggiungimento del picco dell’inflazione rende più probabile un rialzo di 50pb alla riunione di luglio e pone la riunione di giugno di questa settimana come una buona opportunità per guidare i mercati in tale direzione. Riteniamo plausibile che la BCE concluda l’anno con i tassi all’1%.
Credito – Date un’occhiata, ma mantenete l’IG.
Maggio è iniziato con un enorme selloff ma si è concluso con un rally, poiché la stabilità dei Treasury statunitensi ha portato a una marcata riduzione della volatilità e alla conseguente forza del credito e dell’equity. Il forte rally di fine mese è stato innescato dalla combinazione di un esteso posizionamento short e di alcuni dati positivi sulla crescita negli Stati Uniti e in Cina. Riteniamo che il credito abbia ancora spazio per rafforzarsi. Gli spread si sono leggermente ristretti, ma rimangono a livelli coerenti con una forte contrazione economica. I fondi obbligazionari hanno accumulato riserve di liquidità per coprirsi dal rischio di deflussi e le nuove emissioni rimangono anemiche a causa dei maggiori costi di finanziamento. Dati di crescita più positivi o un’ulteriore riduzione della volatilità potranno, quindi, iniettare facilmente un po’ liquidità nei mercati obbligazionari, sostenendo ulteriormente il segmento. Vediamo più valore nel credito IG o high grade, poiché gli spread sono sicuramente disallineati rispetto ai tassi di default plausibili e la stabilità dei tassi è l’elemento che porterà maggior beneficio al segmento. Consideriamo qualsiasi rally come tattico, poiché i tassi a lungo termine rimangono sottovalutati e i mercati del reddito fisso rimarranno vulnerabili nei prossimi dodici mesi.

Algebris Investments’ Global Credit Team
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