Stati Uniti – Prosegue l’impulso da falchi
Una settimana di dati da falchi negli Stati Uniti ha indotto i mercati a continuare ad attenuare le aspettative di taglio dei tassi, mentre i rappresentanti più hawkish hanno alimentato le speculazioni per un aumento dei tassi terminali.
Il CPI e il PPI (Producer Price Index) statunitensi hanno continuato a diminuire, ma hanno superato le aspettative, con il CPI headline al 6,4%, il CPI core al 5,6% e il PPI al 6% a/a. Le vendite al dettaglio sono state solide, con un tasso di crescita del 3% rispetto al 2% previsto. La lettura dell’indagine Empire Manufacturing di New York è migliorata da -32,9 a -5,8, in contrasto con il calo del Philadelphia Fed Business Outlook, passato da -8,9 a -24,3.
Sebbene i dati sull’inflazione siano stati principalmente guidati dall’aumento dei prezzi dell’energia a Gennaio, i dati più solidi sulla vendita al dettaglio e sull’Empire Manufacturing si sono aggiunti al forte slancio economico dopo la performance dei NFP (NonFarm Payrolls). Di conseguenza, i due esponenti falchi Mester e Bullard hanno reintrodotto l’idea di un aumento dei tassi più consistente, facendo sì che i mercati prezzino ora un tasso terminale del 5,3%, compresa una probabilità del 15% di un aumento di 50 pb nella prossima riunione di Marzo. Sebbene entrambi non siano elettori quest’anno, la Mester potrebbe diventarlo se Goolsbee venisse annunciato come nuovo Vicepresidente della Fed, dopo il trasferimento di Brainard alla Casa Bianca. Brainard era considerata come una colomba influente all’interno dell’attuale comitato, e la sua uscita rischia di far inclinare la prospettiva in una direzione più da falco. La scorsa settimana abbiamo notato un forte effetto trasversale dei mercati, in quanto il reddito fisso statunitense ha indotto anche i mercati europei a riprezzare.
Riteniamo che i prezzi dei tassi terminali siano corretti, ma non escludiamo un ulteriore rialzo se l’impulso da falchi continua. Questa settimana attendiamo la misura dell’inflazione che la Fed preferisce, il PCE (Personal Consumption Expenditures), che probabilmente sarà anch’esso in rialzo, dopo i dati CPI e PPI (Producer Price Index).
Regno Unito – BoE contesa tra falchi e colombe
I dati della scorsa settimana nel Regno Unito hanno dato adito a discussioni tra falchi e colombe, in quanto il mercato del lavoro ha continuato a essere teso, il CPI ha superato le aspettative e le vendite al dettaglio sono risultate solide. Le retribuzioni settimanali, esclusi i bonus, sono aumentate dal 6,4% al 6,7%, grazie a una crescita salariale particolarmente forte nel settore pubblico.
Tuttavia, i dati a più alta frequenza hanno mostrato che la crescita dei salari è in fase di rallentamento, e il rapporto tra posti di lavoro disponibili e disoccupati, è sceso da 1,1x a 0,9x, indicando un indebolimento del mercato del lavoro. Il CPI è sceso più di quanto previsto dai mercati e dalla stessa BoE, poiché il CPI core è sceso dal 6,3% al 5,8%, a fronte di un sondaggio del 6,2%. Tuttavia, questo calo è stato guidato soprattutto dalla volatilità delle tariffe aeree, che a loro volta sono diminuite a causa dell’indebolimento dei prezzi dell’energia nel Regno Unito a Gennaio. L’aumento delle vendite al dettaglio, esclusi i carburanti per auto, dello 0,4% al mese, ha segnato un periodo pressoché continuo di cali mensili, e le prospettive per i consumatori britannici restano incerte, poiché la spesa in termini reali risente di un’inflazione ancora a due cifre. Il presidente della BoE Pill, che riteniamo essere di orientamento centrista all’interno del consiglio, ha tenuto un discorso piuttosto dovish. Ha descritto soprattutto l’entità dell’inasprimento ancora non percepito dai precedenti rialzi e ha interpretato l’ultimo rapporto sui salari come un segnale di allentamento del mercato del lavoro – a differenza del mercato, che ha venduto come prima reazione. Questa visione contribuisce alla posizione del membro più falco della BoE, Catherine Mann, che nel suo ultimo discorso si è dichiarata favorevole a una pausa nei rialzi dei tassi.
I mercati prevedono una probabilità dell’85% di un rialzo dei tassi di 25 pb nella prossima riunione di marzo e un tasso finale del 4,45%, entrambi ritenuti troppo elevati. Tuttavia, prima della riunione avremo un altro dato sull’IPC e sul mercato del lavoro che confermerà la direzione di marcia, ma è probabile che la fine per la BoE sia vicina.

Team Algebris di Strategie di Credito Globale
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