BCE – Una volta per tutte
È probabile che la BCE effettui l’ultimo rialzo del suo ciclo nella riunione del 14 settembre. I recenti dati sono stati modesti e la dinamica della disinflazione continua a essere robusta. Di conseguenza, gli ultimi commenti dei funzionari della BCE sono stati più dovish rispetto all’inizio dell’estate e il mercato è ora diviso, con la metà dei partecipanti al sondaggio Bloomberg si aspetta un mantenimento del tasso di deposito al 3,75%. Ci aspettiamo che la riunione sia molto combattuta, ma riteniamo più probabile un rialzo alla luce delle precedenti indicazioni. I meeting di settembre portano con sé nuove previsioni del Consiglio direttivo, che probabilmente saranno improntate a un atteggiamento dovish. A giugno, la Banca Centrale si aspettava un’accelerazione della crescita all’1,5% già nel terzo trimestre. Dopo gli insoddisfacenti risultati dell’estate, lo scenario migliore è quello di una stagnazione per l’anno in corso, con una crescita della Germania in negativo. D’altro canto, le previsioni sull’inflazione dovrebbero abbassarsi nel 2024/25 (attualmente 3% e 2,2%), sebbene vi sia un certo rischio di rialzo per le proiezioni sull’inflazione del 2023 a causa degli elevati prezzi del petrolio. Nel complesso, il rialzo dovrebbe essere accompagnato da previsioni e retorica più ottimistiche, che potrebbero sostenere i tassi.
Inflazione USA – Petrolio in crescita ma inflazione core in calo
L’inflazione CPI statunitense di agosto sarà pubblicata mercoledì. L’aumento dei prezzi delle materie prime spingerà il dato m/m allo 0,5% rispetto allo 0,2% di luglio, ma l’inflazione a/a dovrebbe rimanere moderata al 3,6%. L’inflazione core dovrebbe continuare a moderarsi verso lo 0,2% m/m e il 4,3% a/a, guidata dalla disinflazione dei servizi e degli alloggi. Le dinamiche attuali suggeriscono che l’inflazione core si attesterà a fine 2023 a un livello di circa 3 punti, consentendo alla Fed di saltare i rialzi di settembre e novembre e di concludere così il suo ciclo. I rischi di rialzo derivano dai prezzi delle materie prime e da un’economia statunitense relativamente forte.
Mercato – L’atterraggio duro spaventa i mercati
I mercati continuano a vacillare, poiché la forte offerta nei mercati del reddito fisso ha danneggiato i Treasury all’inizio di settembre, portando a una curva statunitense più ampia e ripida. I tassi statunitensi sono vicini ai massimi di ottobre, nonostante la crescita e l’inflazione siano più basse. I tassi reali statunitensi a 5 anni sono a oltre 200 pb, il livello più alto degli ultimi quindici anni. A nostro avviso, il rischio che i mercati stanno sottovalutando è quello di un atterraggio brusco. I tassi statunitensi continuano ad allontanare il prezzo dei tagli e la curva europea non ne prevede per i prossimi 12 mesi. I mercati azionari sono ai massimi, compresi i settori più ciclici come gli industriali e le banche. Gli spread del credito high yield sono in tensione. I dati macro dall’estate si sono rapidamente deteriorati e ora sono a livelli coerenti con una recessione nel prossimo anno in Europa e Cina. Negli Stati Uniti, i dati indicano un’espansione moderata ma si stanno indebolendo, compresi quelli relativi al mercato del lavoro. I prezzi elevati delle materie prime aumentano i rischi, in quanto sono per lo più determinati dall’offerta. A nostro avviso, una nuova valutazione del rischio di recessione rimane il principale pericolo per i mercati nel breve termine. In questa fase preferiamo la duration all’high yield e il reddito fisso/credito all’azionario.

Algebris Investments’ Global Credit Team
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