Fed – Goldilocks unlocked
La Fed ha sorpreso i mercati in modo dovish mercoledì scorso, indicando ulteriori tagli nel quadro macro e riconoscendo che i tagli potrebbero avvenire l’anno prossimo prima che l’inflazione raggiunga l’obiettivo del 2%. Le proiezioni indicavano 75 pb di tagli al 4,6% nel 2024, più dei 50 pb di settembre ma ancora ben al di sotto dei 150 pb previsti dal mercato. La crescita e il tasso di disoccupazione per gli anni a venire sono stati modificati di poco, e sono previsti rispettivamente all’1,4% e al 4,1% per il 2024. Il risultato ha innescato un forte rally dei titoli di stato statunitensi e degli asset di rischio, con i tassi statunitensi a 10 anni che hanno chiuso la settimana con un ribasso di 30 pb, al di sotto del 4%, e l’S&P 500 che è salito del 3% al di sopra di 4700.
BCE – Non si arrende
La BCE si è opposta alle aspettative dovish del mercato, pur riconoscendo il rallentamento dell’inflazione e l’indebolimento delle prospettive di crescita. Le proiezioni sull’inflazione per il 2024 sono state ribassate rispetto al passato, ma quelle sul dato core, rispettivamente al 2,7% e al 2,3% nel 2024/25, sono rimaste al limite delle aspettative. Nella conferenza stampa, la Lagarde ha segnalato che non c’è urgenza di tagliare i tassi e che la decisione resterà condizionata dai dati. La flessione preliminare dei tassi e il rally dell’euro hanno subito un’inversione di tendenza venerdì, quando i PMI hanno sottolineato il sentimento negativo dell’Eurozona: Il PMI composito è sceso da 47,6 a 47, sotto le aspettative del consenso di un punto intero. Il mercato valuta al 50% le probabilità di un taglio a marzo e di un taglio complessivo di 150 pb per il 2024.
Banche centrali a livello globale – Continua la divergenza
In una settimana molto movimentata, i responsabili politici hanno preso decisioni sia caratterizzate da un’attitudine da falco che da un atteggiamento più accomodante: La banca centrale norvegese ha effettuato un rialzo a sorpresa di 25 pb, ammorbidendo al contempo la propria linea guida, il che significa che probabilmente si tratterà dell’ultimo rialzo. La Bank of England ha mantenuto i tassi invariati, ma ha segnalato con un voto più da falco (6-3) che il livello di inflazione è ancora troppo alto. La Banxico messicana ha mantenuto invariati i tassi e ha presentato proiezioni più elevate per l’inflazione headline e core nel 2024, posticipando così la probabilità di un taglio a febbraio. La BCB brasiliana ha effettuato un altro taglio di 50 pb all’11,75% e ha mantenuto una politica dovish per tagli simili in futuro.

Algebris Investments’ Global Credit Team
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