
Anteprima BCE – Via libera al taglio dei tassi a giugno
La BCE spianerà probabilmente la strada per il suo primo taglio dei tassi a giugno, dopo l’indebolimento dell’inflazione dell’Eurozona della scorsa settimana. L’HICP headline è passato dal 2,6% al 2,4%, mentre quello core è sceso dal 3,1% al 2,9%. Entrambi i dati hanno mancato le aspettative dello 0,1% e sono stati trainati principalmente dalla disinflazione dei beni alimentari, energetici e non energetici. L’inflazione dei servizi si è mantenuta al 4% negli ultimi cinque mesi, quindi la BCE avrà bisogno di ulteriori dati prima della riunione di giugno, in particolare la stima dei salari del 1° trimestre che sarà pubblicata il 23 maggio. Per la riunione di giovedì non saranno disponibili nuove proiezioni e ci aspettiamo che il comunicato cambi solo leggermente, mentre la Lagarde potrebbe parlare più apertamente delle prospettive di taglio dei tassi durante la conferenza stampa.
Geopolitica – Le tensioni tra Israele e Iran scatenano timori di risk-off
Le tensioni tra Israele e Iran sono in crescita, dopo il presunto attacco israeliano ad alti comandanti militari iraniani nell’ambasciata iraniana in Siria la scorsa settimana. È improbabile che l’Iran intenda arrivare a un confronto diretto, ma ha annunciato attacchi di rappresaglia, probabilmente attraverso il sostegno di alleati come Hezbollah. Netanyahu ha dichiarato che Israele risponderebbe di conseguenza, il che ha provocato una flessione dei mercati del rischio e una ripresa dei beni rifugio nella serata di giovedì scorso. Gli Stati Uniti sostengono di non essere stati informati dell’attacco all’ambasciata, mentre Biden ha sottolineato la necessità di un ulteriore sostegno americano per migliorare le condizioni umanitarie a Gaza. Ciò mette ulteriore pressione sul governo israeliano, che già soffre per la scarsa popolarità interna di Netanyahu. I prezzi del petrolio Brent hanno raggiunto i 90 dollari in seguito all’escalation, solo 5 dollari al di sotto dei massimi di settembre 2023 – una preoccupazione crescente per i mercati del rischio e per i previsori dell’inflazione.
Economia USA – Forte occupazione, ma la Fed vigila sull’inflazione
La pubblicazione dei dati NFP di venerdì ha sorpreso con un risultato eccezionale di 303k, decisamente superiore alle stime di 214k e in aumento rispetto alle 275k del mese scorso. Il tasso di disoccupazione è sceso dal 3,9% al 3,8%, ma la retribuzione oraria media è scesa dal 4,3% al 4,1% su base annua. La crescita dei posti di lavoro rimane forte negli Stati Uniti in presenza di un’elevata immigrazione, che quindi non dovrebbe essere inflazionistica. La Fed rimane fredda riguardo al rafforzamento dei mercati del lavoro, mentre spera in un calo dell’inflazione questa settimana al fine di mantenere invariati i tagli dei tassi previsti per quest’anno. Settimana scorsa Kashkari, noto “falco”, ha messo in dubbio la necessità di tagli nel 2024. Tuttavia, anche dopo la pubblicazione dei dati di venerdì, la linea di base dei mercati rimane di circa 3 tagli, con una diminuzione delle possibilità di un inizio a giugno. La tensione gravita intorno al dato CPI di mercoledì, con gli economisti che prevedono uno 0,3% mese su mese per l’inflazione headline e core, lo 0,1% in meno rispetto ai dati del mese scorso.
Algebris Investments’ Global Credit Team
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