Market views - Credito globale

Global Credit Bullets | Lunedì, 10 marzo 2025

In una svolta storica, la scorsa settimana la Germania ha annunciato la fine di un’era di conservatorismo fiscale e freno al debito, presentando un pacchetto di infrastrutture da 500 miliardi di euro e spese militari. Negli Stati Uniti, Trump ha fatto ancora una volta marcia indietro sui dazi a Messico e Canada e i dati statunitensi continuano a essere deboli.
MEGA – Make Europe Great Again

In una svolta storica, la scorsa settimana la Germania ha annunciato la fine di un’era di conservatorismo fiscale e freno al debito, presentando un pacchetto di infrastrutture da 500 miliardi di euro e spese militari. Contemporaneamente, l’UE ha annunciato un pacchetto da 800 miliardi di euro, di cui 150 miliardi tramite prestiti UE e 650 miliardi da parte degli Stati membri, destinati al riarmo dell’Europa. Le regole fiscali dell’UE saranno modificate per permettere agli Stati membri di aumentare la spesa senza violarle ed evitare procedure di deficit eccessivo.Il moltiplicatore della crescita derivante dalle spese militari sarà probabilmente basso, ma la spesa per le infrastrutture in Germania e in altri Stati membri potrà risollevare la crescita europea. L’annuncio della Germania ha provocato un crollo storico dei Bund, con un aumento dei rendimenti di quasi 50 punti base la scorsa settimana, di cui 30 punti base solo mercoledì.La BCE ha abbassato i tassi di 25 punti base al 2,5%, come previsto, incorporando però una svolta “hawkish” che indica che i tassi saranno “significativamente meno restrittivi” man mano che si avvicineranno al tasso neutrale di circa il 2%. Non è ancora il momento per la BCE di incorporare i piani fiscali (quello tedesco deve ancora passare in Parlamento), ma nel medio termine il cambiamento della politica fiscale dovrebbe far scendere i tassi della BCE intorno alla soglia di neutralità. Tuttavia, nel breve termine la BCE potrebbe continuare a tagliare, dato che i dazi di Trump sono vicini e l’economia europea è ancora in crisi.

Ping-Pong dei dazi – L’incertezza crea confusione

Trump ha fatto di nuovo marcia indietro sulle tariffe per Messico e Canada, dopo che i mercati sono stati colpiti dai timori per la crescita. L’S&P500 è sceso dell’1,8% giovedì, in seguito all’entrata in vigore dei dazi martedì scorso, spingendo Trump a escludere dai dazi tutti i prodotti già contemplati dall’accordo commerciale tra Stati Uniti, Messico e Canada (USMCA). L’esenzione è valida fino al 2 aprile, facendo slittare nuovamente la data e mantenendo i mercati in una situazione di stallo.Il tira e molla suggerisce che Trump tiene ai mercati e allo S&P500 e non è disposto a subire un colpo alla crescita dell’economia. Tuttavia, l’incertezza record sulla politica commerciale pesa già sulla fiducia e probabilmente rallenterà la crescita degli Stati Uniti.

Macro-statunitense – Soft patch

I dati degli Stati Uniti continuano a essere poco incoraggianti. A febbraio, i non farm payrolls si sono attestati a 151mila, al di sotto della media mobile più recente. Il tasso di disoccupazione è tornato sopra il 4% e la sottoccupazione è ora vicina all’8%, un livello piuttosto deludente. La riduzione dei posti di lavoro dimostra che la recente politica di contrazione dell’amministrazione statunitense inizia ad avere un certo impatto.Poiché l’incertezza economica è in aumento e gli indicatori di riferimento sui nuovi ordini e sull’occupazione si stanno anch’essi indebolendo, riteniamo che i mercati continueranno probabilmente a prezzare un certo deterioramento macro come risultato della politica della nuova amministrazione. I tassi statunitensi a 2 anni sono ora al 3,9%, il livello più basso da ottobre, a indicare la possibilità che la Fed sia costretta a tagli più consistenti.

Algebris Investments’ Global Credit Team

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