Market Views · Credito globale

Global Credit Bullets | Lunedì, 26 maggio 2025

Venerdì scorso, Trump ha interrotto bruscamente la pausa tariffaria di 90 giorni raccomandando una tariffa del 50% sulle importazioni dell'UE, in vigore il 1° giugno 2025; dopo una telefonata con von der Leyen, ha rapidamente rinviato le tariffe sull'UE al 9 luglio. Inoltre, esaminiamo gli sviluppi fiscali degli Stati Uniti, l'aumento dell'inflazione in Giappone e lo stress del mercato obbligazionario, nonché i principali risultati delle recenti elezioni in vari stati europei.
26 maggio 2025
Dazi – 50% all’UE? Per ora no.

Venerdì scorso, Trump ha interrotto bruscamente la tregua di 90 giorni sui dazi, proponendo un’imposta del 50% sulle importazioni dall’Unione Europea, con entrata in vigore prevista per il 1° giugno 2025. Pochi giorni prima, l’UE aveva avanzato la proposta di una graduale eliminazione dei dazi su beni agricoli e industriali non sensibili, anche se la sua realizzazione appariva improbabile alla luce delle condizioni dell’accordo con il Regno Unito. I mercati hanno reagito prontamente, ma senza riflettere appieno l’impatto della notizia: l’S&P 500 ha perso l’1%, i Treasury americani sono rimasti pressoché stabili e le aspettative di un taglio dei tassi da parte della BCE a giugno si sono rafforzate. Proprio come fece in passato con la Cina — alzando i dazi per poi ridurli — anche stavolta, domenica, dopo una telefonata con von der Leyen, Trump ha deciso di rinviare l’entrata in vigore dei dazi del 50% sull’UE al 9 luglio. La reazione dei mercati è stata pressoché assente, segno che la mossa era ampiamente attesa.

Fisco USA – Il “One Big Beautiful Bill” supera la Camera

Il “One Big Beautiful Bill” del Presidente Trump è stato approvato dalla Camera dei Rappresentanti con una maggioranza risicata di 215 voti contro 214. Ora il disegno di legge passa al Senato, dove si prevedono possibili emendamenti. Trump ha esortato il Senato a esaminare rapidamente il disegno di legge, con l’intento di farlo approvare entro il 4 luglio — una scadenza che rischia però di rivelarsi troppo ottimistica. Con un deficit di oltre il 6% del PIL, negli Stati Uniti si rafforza l’impressione che la disciplina fiscale stia passando in secondo piano. I proventi derivanti dai dazi potrebbero offrire un po’ di respiro, ma l’incertezza che circonda la loro effettiva applicazione li rende una fonte di entrata tutt’altro che sicura. I tassi americani si sono adeguati di conseguenza: il rendimento del trentennale ha toccato il 5,1% la scorsa settimana e la curva si è impennata in modo marcato.

Giappone – Harakiri obbligazionario

In Giappone, l’inflazione core nazionale di aprile è salita dello 0,1% rispetto a marzo, raggiungendo un tasso annuo del 3,0%. La principale causa è stato l’aumento dei prezzi alimentari, che ha avuto anche conseguenze politiche: il ministro dell’Agricoltura si è dimesso dopo alcune dichiarazioni controverse sui prezzi del riso. Sul mercato obbligazionario, un’asta del titolo giapponese a 20 anni andata male ha avuto ripercussioni anche sui trentennali e quarantennali. Nonostante la volatilità, il mercato obbligazionario giapponese resta in gran parte detenuto da investitori interni, rendendolo meno esposto al finanziamento estero. Tuttavia, la domanda interna sta cambiando: investitori storici come le compagnie assicurative stanno riducendo gli acquisti di titoli a lunga scadenza. Le variazioni nei rendimenti sono ora dettate da uno squilibrio tra offerta e domanda. Con un rapporto debito/PIL del 240%, tornano a riaffacciarsi i timori sulla sostenibilità fiscale, mentre le elezioni previste per l’estate rappresentano un rischio aggiuntivo. Il Giappone, da sempre considerato un caso isolato, è oggi sempre più coinvolto nella rivalutazione globale del rischio di lungo termine.

Elezioni in Europa – Vento di cambiamento

In Romania, il ballottaggio del 18 maggio ha visto la vittoria di Dan, sindaco centrista e filoeuropeo di Bucarest, che ha sconfitto il candidato di estrema destra Simion con il 53,8% dei voti. La sua agenda prevede la riduzione del deficit e il consolidamento dei conti pubblici, oltre al rafforzamento del legame con l’Unione Europea per garantire l’accesso continuo ai fondi comunitari. I mercati obbligazionari hanno reagito positivamente, con un appiattimento marcato della curva locale in uno scenario di rialzo. Il rischio di un declassamento da parte delle agenzie di rating si sta attenuando, ma rimane comunque presente. In Polonia, il primo turno delle presidenziali si è tenuto il 18 maggio, e nessun candidato ha raggiunto la maggioranza assoluta. Trzaskowski, sindaco centrista di Varsavia, ha ottenuto il 31,3% dei voti, seguito da vicino dal conservatore Nawrocki con il 29,5%. Il ballottaggio tra i due è previsto per il 1° giugno, e i sondaggi indicano un risultato molto incerto; le implicazioni di mercato dovrebbero comunque restare contenute. In Portogallo, le elezioni legislative anticipate del 18 maggio hanno visto una vittoria relativa dell’Alleanza Democratica (AD), formazione di centrodestra guidata dal premier uscente Montenegro. L’AD ha conquistato 89 seggi su 230, confermandosi primo partito ma senza raggiungere la maggioranza assoluta. La crescita solida del Portogallo e la sua gestione prudente del debito dovrebbero proseguire anche in un contesto politico più instabile.

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