GLOBAL CREDIT BULLETS | lunedì 28 giugno 2021

GLOBAL CREDIT BULLETS | lunedì 28 giugno 2021

Piano infrastrutturale degli Stati Uniti – Biden ricostruisce l’America.
Il presidente Biden ha annunciato giovedì scorso un accordo bipartisan per un piano infrastrutturale da circa 1 trilione di dollari. Di questi, quasi 600 miliardi di dollari sarebbero nuova spesa. La maggior parte dei nuovi investimenti sarà concentrata su strade, aeroporti e infrastrutture. Il progetto è un primo step verso l’obiettivo finale cercato da Biden di raggiungere $4 trilioni di spesa totale per le infrastrutture. L’accordo è significativo in quanto bipartisan, rendendo la sua approvazione probabilmente più vicina (potrebbe essere approvato entro la fine dell’estate) e apre le porte a una maggiore cooperazione bipartisan sulla spesa. La reazione del mercato è stata attenuata, in parte perché il piano infrastrutturale viene spalmato su base pluriennale, e in parte perché l’emissione del Tesoro per quest’anno è già stata definita. Tuttavia, appuntiamo l’approvazione in maniera positiva, dato l’elevato effetto moltiplicatore che la spesa per le infrastrutture può portare e viste le chiare esigenze degli Stati Uniti in quest’area. La spesa per le infrastrutture e la definizione del disegno di legge saranno probabilmente al centro dell’attenzione dell’amministrazione statunitense nei prossimi mesi.

Mercati Emergenti – Falchi iniziano a volare sui cieli dei Paesi in via di sviluppo
La scorsa settimana abbiamo assistito ad una raffica di rialzi dei tassi nei mercati emergenti. La banca nazionale d’Ungheria lo scorso martedì ha alzato i tassi di 30 punti base facendo partire un ciclo di rialzi. La banca nazionale ceca ne ha seguito l’esempio mercoledì. Anche Banxico, la banca centrale del Messico, ha sorpreso i mercati giovedì con un aumento dei tassi nonostante le ampie aspettative di un approccio più paziente. Negli ultimi mesi, anche la Russia e Brasile hanno iniziato i loro cicli di innalzamento dei tassi. Questi rialzi dei tassi nei mercati emergenti sono una conseguenza dei dati oltre le aspettative sull’inflazione. In molti mercati emergenti, l’inflazione è ora superiore dell’1-2% rispetto all’obiettivo delle banche centrali, con i prezzi dei generi alimentari e delle materie prime che guidano l’accelerazione dell’inflazione, ma anche i prezzi dei beni principali puntano al rialzo. Sebbene la maggior parte del picco sia temporaneo (in linea con i Paesi sviluppati), certe posizioni aggressive potrebbero in definitiva alterare il processo di formazione dei prezzi e costringere le banche centrali ad alzare i tassi. Riteniamo che la tendenza continuerà, con il Perù, il Cile e la Colombia che si uniranno presto al club degli aggressivi. L’atteggiamento aggressivo delle banche centrali dei mercati emergenti fa ben sperare per le loro valute, che hanno sottoperformato gli asset rischiosi su una base annuale. Il Real brasiliano, il Rublo russo e il Peso messicano hanno più spazio data la loro posizione attuale e i loro livelli di partenza. I tassi sono meno interessanti poiché hanno ampiamente anticipato la svolta.

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