Novità dall’azionario finanziario.
Tassi d’interesse globali – comincia la salita.
Tutto è iniziato con l’aumento delle aspettative sull’inflazione ma, a livello globale, i tassi d’interesse reali si stanno ora effettivamente muovendo. Tassi reali più alti segnalano aspettative positive per una crescita globale grazie alle vaccinazioni e alla riapertura delle principali economie del mondo. Aspetto fondamentale è il riconoscimento da parte delle banche centrali dell’aumento dei rendimenti. La Fed lo vede come un’affermazione che le sue politiche stanno funzionando, mentre la BCE non ha ancora intrapreso azioni concrete a riguardo.
Growth vs Value – il peggior mese per il Growth dal 2000.
Il mese di febbraio 2021 sarà il peggior mese per le azioni Growth rispetto a quelle Value dal 2000. A differenza di allora, tuttavia, l’economia globale sta uscendo da una recessione e le aspettative di inflazione stanno aumentando. Con l’aumento dei rendimenti obbligazionari, questo scenario sta creando dei venti contrari per i settori a lunga duration/forti multipli, e venti in poppa per i settori a breve duration/bassi multipli. Nonostante questo rally, il posizionamento nei settori orientati al value rimane poco affollato, riconosciamo che mentre ci siano stati maggiori flussi verso i settori Value da parte degli investitori macro, focalizzati sulla reflazione, i gestori attivi sull’azionario rimangono significativamente esposti ai settori Growth. Questo causerà probabilmente una sofferenza in termini di performance, dato che i settori Growth continuano a rimanere indietro.
Finanziari USA al centro della reflazione globale – botta e (pronta) risposta.
Lo stimolo fiscale negli Stati Uniti sta più che riempiendo un semplice un buco. La crisi COVID è costata alle famiglie statunitensi 400 miliardi di dollari di reddito, nonostante abbiano già ricevuto più di 1 trilione di dollari in sussidi, anche prima degli stimoli di fine dicembre e di quelli futuri. Inoltre, i prezzi degli asset hanno fatto sì che le famiglie abbiano accumulato 1,5 trilioni di dollari in liquidità in eccesso in risparmi, e questo dato, una volta che lo stimolo aggiuntivo sarà erogato, è destinato salire a 2 trilioni di dollari (9,5% del PIL) entro l’inizio di marzo. I titoli azionari delle banche statunitensi stanno rispondendo a questa improvvisa spinta delle aspettative di rialzo della Fed. Tuttavia, con le valutazioni che si normalizzano e la crescita dei prestiti che, probabilmente, soffrirà vista l’importante liquidità presente sui conti correnti di famiglie e imprese statunitensi, gli assicuratori saranno, forse, i prossimi grandi beneficiari della reflazione. In effetti, l’aumento dei tassi avvantaggia gli assicuratori in misura ancora maggiore rispetto alle banche, sia attraverso il conto economico che lo stato patrimoniale, ciò è stato ampiamente trascurato dal mercato finora. Inoltre, gli assicuratori statunitensi beneficiano di capitale in eccesso e non sono soggetti a restrizioni sulla distribuzione dei dividendi. Infine, per il settore assicurativo, non sottovalutiamo le dinamiche di aggregazione già in atto tra gruppi bancari. Ciò è ben evidenziato dal forte divario tra prezzi di mercato dei titoli assicurativi USA e le valutazioni delle potenziali transazioni di M&A.
Il futuro delle banche europee – passi avanti nei prossimi 24 mesi.
Le banche europee hanno iniziato bene l’anno, ma le valutazioni a 0,62x tangible book value (TBV) sono rimaste indietro, segnalando la base estremamente bassa da cui partono. Dopo tutto, l’ultima volta che la reflazione ha interessato i mercati, questo settore trattava sopra l’1,00x TBV. Con molti team di gestione che annunciano obiettivi di Return On Tangible Equity (ROTE) superiori al 10%, non c’è motivo per pensare che il settore non torni a scambiare di nuovo a questi livelli. Il nostro scenario base per i prossimi 24 mesi, vede la reflazione guidare una forte espansione durante la prima metà del 2021, seguita da una significativa distribuzione di capitale nella seconda metà dell’anno dovuta ai risultati degli stress test e la completa rimozione dei divieti sui dividendi. Nel 2022, quando le perdite sui prestiti si normalizzeranno, prevediamo una crescita degli utili del 30% o più.

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