
Mercati del credito – Attenzione allo spread
La fine della scorsa settimana ha registrato un aumento del livello di volatilità dopo mesi di calma prolungata. I forti dati relativi all’indice PPI statunitense hanno scatenato i timori di inflazione e provocato un’oscillazione dei tassi e del credito. Riteniamo che i segnali derivanti dall’andamento dei mercati della scorsa settimana non vadano sottovalutati. Il quadro macro statunitense continua ad inviare forti impulsi, sia per quanto riguarda la crescita e il mercato del lavoro, sia per quanto riguarda l’inflazione. I tre tagli attualmente previsti per il 2024 appaiono ragionevoli, ma un’ulteriore rafforzamento potrebbe condurre a un riprezzamento dei tassi terminali e a un conseguente irripidimento della curva. Gli spread del credito sono tornati ai livelli di fine 2021 e i tassi di default dei titoli high yield sono inferiori a quelli raggiunti in un anno medio, nonostante il recente lieve rialzo. Le volatilità rimangono ai minimi da due anni a questa parte. Nel complesso, tale contesto ha favorito l’accumulo di posizioni nelle attività di carry trade e riteniamo che il credito possa rivelarsi vulnerabile sia in caso di miglioramento dei dati statunitensi sia in caso di deterioramento del sentiment. Continuiamo a percepire un valore limitato nei tassi e nel beta del credito e riteniamo che gli investitori debbano concentrarsi su aree selezionate del credito o sfruttare i livelli attuali per ridurre il beta del mercato.
Anteprima Fed – Le colombe potrebbero volare via
Mercoledì sera la FOMC (Federal Open Market Committee) manterrà i tassi invariati, ma le nuove proiezioni mostreranno probabilmente una crescita e un’inflazione più forti nel 2024. I rischi per il dot plot sono inclinati verso l’alto, sia per il 2024, che in precedenza indicava 3 tagli, sia per il punto neutro di lungo periodo al 2,5%. Entrambi i cambiamenti potrebbero essere interpretati negativamente dagli asset di rischio. I dati di febbraio sono stati contrastanti ma non chiaramente dovish: l’inflazione mensile è scesa dai livelli stagionali di gennaio, pur rimanendo elevata. Il mercato dell’occupazione ha subito un calo e la spesa dei consumatori si è raffreddata, sebbene a livelli sani. Lo scenario di base rimane quello di un inizio di riduzione dei tassi da parte della Fed a giugno, attualmente stimato al 50%, ma il rischio è che i tagli abbiano inizio più avanti nel corso dell’anno.
Algebris Investments’ Global Credit Team
Per ulteriori informazioni su Algebris e i suoi prodotti o per farsi inserire nella lista di distribuzuione, si prega di contattare il dipartimento Investor Relations all’indirizzo algebrisIR@algebris.com. Gli articoli passati sono disponibilii sul sito Algebris Insights
Qualsiasi opinione espressa è quella di Algebris, non costituisce un’affermazione di fatto, è soggetta a modifica e non rappresenta consulenza in materia di investimenti.
Nessun affidamento può essere riposto, per alcun motivo, sulle informazioni e opinioni contenute nel presente documento né sulla loro accuratezza o completezza. Nessuna dichiarazione, garanzia o impegno, espresso o implicito, è fornito in merito all’accuratezza o completezza delle informazioni o opinioni contenute in questo documento da parte di Algebris Investments, dei suoi membri, dipendenti o affiliati, e nessuna responsabilità è assunta da tali soggetti riguardo all’accuratezza o completezza di tali informazioni o opinioni.
© Algebris Investments. Algebris Investments è il nome commerciale del Gruppo Algebris.
