GLOBAL CREDIT BULLETS | Lunedì 23 maggio 2022

GLOBAL CREDIT BULLETS | Lunedì 23 maggio 2022

Stimolo all’economia cinese – Piccoli passi sono meglio di niente.
La scorsa settimana, la PBOC (People’s Bank of China) ha ridotto il LPR (Loan Prime Rate) a 5 anni, il tasso di riferimento sui prestiti, dal 4,6% al 4,45%. Non è una riduzione significativa, tuttavia, trattandosi del tasso di riferimento per i tassi ipotecari del Paese, rappresenta un passo verso l’allentamento del credito. I policymaker, inoltre, hanno optato per una riduzione di 5 punti base in più rispetto a quanto previsto dal consenso. La mossa di politica monetaria ha innescato un’inversione di tendenza nella valuta, trasmettendo una certa dose di fiducia ai mercati.  Negli ultimi nove mesi, l’economia cinese è stata colpita da una serie di shock, dallo stress del mercato immobiliare a un importante lockdown negli ultimi mesi. La reazione dei policymaker è stata relativamente modesta e per lo più concentrata sui trasferimenti fiscali. I cambiamenti a livello di politica monetaria si sono finora concentrati sui tagli ai tassi di interesse, che forniscono sollievo al settore bancario più che alla domanda finale di credito. Il taglio dei tassi sui prestiti rappresenta un passo avanti in questo contesto e fornisce uno stimolo diretto al credito nell’area più in difficoltà del mercato. Tuttavia, le misure di stimolo rimangono molto frammentate e una modifica della politica zero covid rimane improbabile fino al Congresso del Partito in autunno, il che suggerisce un’ulteriore decelerazione della crescita. A questo punto, consideriamo una crescita inferiore al 4,5% per il 2022 come caso base.

Consumatori statunitensi – Problemi d’inflazione.
Le preoccupazioni economiche che hanno circondato l’Europa e la Cina negli ultimi mesi, si apprestano ora a raggiungere anche gli Stati Uniti. La scorsa settimana, i risultati delle principali aziende statunitensi del settore dei consumi (come Target, Walmart e Kohl) indicano che i consumatori risultano danneggiati dall’inflazione. I numeri mostrano un’ingente perdita di fatturato e un allontanamento dagli articoli a più alta marginalità, suggerendo una certa difficoltà delle aziende a trasferire i costi più elevati sui consumatori. Allo stesso modo, i principali indicatori economici in diversi stati degli Stati Uniti hanno iniziato a peggiorare in modo significativo. L’economia statunitense ha registrato la più grande contrazione della crescita media dell’ultimo mese, con previsioni di consenso passate dal 3% al 2,7% per il 2022 nell’ultima settimana. L’inflazione elevata sta iniziando ad intaccare i redditi reali, anche se la crescita salariale è leggermente aumentata. Una decelerazione dell’inflazione verso livelli più vicini al 5% dovrebbe, quindi, attenuare l’impatto sui consumatori. Anche la ricchezza netta dei consumatori rimane piuttosto elevata rispetto al precedente rallentamento. Nel complesso, riconosciamo che l’inflazione imperversante sta causando una decelerazione, ma riteniamo che l’impatto sui bilanci dei consumatori sia moderato nei prossimi dodici mesi e che gli Stati Uniti rimangano lontani dai livelli di recessione. È probabile che la Fed continui a guardare al recente deterioramento dei dati e mantenga saldamente la propria attenzione sull’inflazione.


Algebris Investments’ Global Credit Team

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