GLOBAL CREDIT BULLETS | lunedì 26 ottobre 2020

GLOBAL CREDIT BULLETS | lunedì 26 ottobre 2020

Elezioni USA – Biden in testa, “Onda Blu” in arrivo.
Con le elezioni tra 8 giorni, le nostre stime più recenti sono per una probabilità di vittoria di Biden dell’90%, e 59% di un’ “Onda Blu” (ovvero di un Congresso del tutto Democrat). La nostra analisi dei “Twitter trends” rivela un peggioramento del sentiment verso Trump dopo il dibattito finale di giovedì scorso. Gli stati chiave per l’elezione rimarranno Pennsylvania e Florida. Sui mercati Biden, e in particolare l’ “Onda Blu”, saranno un fattore positivo per il “value”, l’inflazione, e i “non-US assets”, e un fattore negativo per il dollaro e i Treasuries.

Tassi d’interesse – Disperazione da rendimenti.
Il contesto di tassi a zero sta spingendo gli investitori a “combattere su ogni punto-base” sul segmento più tradizionale dell’obbligazionario. Questa esuberanza nasconde qualche rischio. Questa settimana, la prima emissione comune europea post-Covid, legata al piano SURE, ha visto un’esplosione della domanda, con ordini per oltre €230 mld per ottenere rendimenti a 10 anni del -0.25%. Per quanto riguarda il nuovo BTP emesso la settimana scorsa, uno sconto di 5bp sulla curva ha portato circa €90 mld di ordini, 11 volte l’emissione. Il tasso a 10 anni in Germania è ormai -0.6%, in Francia è -0.3%, in Italia è 0.7%. In tutti questi Paesi, l’inflazione media negli ultimi 10 anni è stata tra l’1 e l’1.3%. Un piccolo incremento nell’inflazione nei prossimi mesi potrebbe facilmente portare a perdite del 5-10% sui “sicuri” Titoli di Stato.

Cina – Performance solida.
Pensiamo che il recente apprezzamento del Renminbi sia destinato a continuare, visto che tre divergenze favoriscono la Cina. Primo, l’andamento dell’economia continua ad essere migliore di quello dei Paesi occidentali (la crecita nel terzo trimestre, pubblicata la settimana scorsa, è stata di 5% sull’anno). Secondo, un approccio capillare alla pandemia sta, di fatto, evitando una seconda ondata, al contrario dell’Europa. Terzo, la Cina è l’unico Paese che ha evitato forti espansioni monetarie dopo la crisi. Questi fattori sono valsi un 7% di apprezzamento della valuta da maggio, ma crediamo possano spingere USD/CNY verso i minimi del 2018 (poco più di 6), e favorire l’Equity asiatico.

Turchia – Instabilità in crescita.
Il recente meeting della Banca Centrale (BCT) è un ottimo esempio della deteriorazione economica in atto nel Paese. La BCT ha evitato di alzare i tassi di interesse giovedì scorso, segnalando un comfort eccessivo nella recente stabilità della lira. Ovviamente, la stabilità è svanita pochi minuti dopo la decisione. I forti sbilanciamenti finanziari dovrebbero spingere i policymakers a un approccio proattivo, non reattivo. L’esperienza in molti Paesi emergenti mostra che durante le crisi i politici affrontano i problemi quando è troppo tardi. Crediamo la Turchia non farà eccezione, e vediamo un ulteriore deprezzamento della lira (anche nell’ordine del 20-30%) probabile nei prossimi 12 mesi. Oggi (26/10) il cambio USD/TRY ha appena superato il valore di 8.

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