GLOBAL CREDIT BULLETS | Lunedì, 3 febbraio 2025

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Politica USA – Trump fa sul serio

Nel corso del fine settimana, Trump ha sfruttato i poteri di emergenza nazionale per annunciare dazi del 25% su Messico/Canada e del 10% sui livelli già esistenti in Cina, a partire dal 4 febbraio. Alla luce della tempestività dell’implementazione e della portata che copre il 44% delle importazioni statunitensi, l’annuncio è risultato aggressivo rispetto alle aspettative. Per l’economia statunitense, i modelli della Fed utilizzati durante il primo mandato di Trump indicano un impatto del -1,2% sul PIL e un aumento del +0,7% dell’inflazione core PCE. L’impatto sarà probabilmente dirompente anche al di fuori degli Stati Uniti e il Canada ha già annunciato tariffe reciproche del 25% su 155 miliardi di dollari di merci statunitensi. Messico e Cina hanno annunciato ritorsioni, ma ancora senza dettagli. Vista la breve tempistica, i negoziati saranno difficili, quindi la possibilità che i dazi arrivino è alta e dimostrano che Trump fa sul serio con le sue minacce.

La reazione dei mercati è stata significativa, con il dollaro USA in aumento dell’1,1%, soprattutto nei confronti di CAD (+1,3%), MXN (+2,3%) ed EUR (EURUSD -1,3%). I futures sull’S&P500 sono scesi del 2%, mentre gli spread HY sull’EUR si sono allargati di 10 punti base. I tassi d’interesse statunitensi si sono appiattiti: i rendimenti dei Treasury a 2 anni sono aumentati di 7 punti base in seguito all’aumento delle aspettative d’inflazione, ma i Treasury a 30 anni sono scesi di 1 punto base.

Economia USA – Mercati del lavoro stabili

La pubblicazione dei dati NFP di venerdì dovrebbe mostrare una crescita di 170k posti di lavoro, in linea con il recente trend di crescita e senza alcun segno di debolezza. Il tasso di disoccupazione è visto stabile al 4,1% e la retribuzione oraria media dovrebbe scendere dal 3,9% al 3,8%. Gli incendi di Los Angeles aggiungono un rischio di ribasso ai dati sull’occupazione di questo mese, con stime che si aggirano intorno a -20/-30k posti di lavoro. All’inizio della settimana, le indagini ISM sul settore manifatturiero e dei servizi offriranno ulteriori indicazioni sul sentimento dei mercati del lavoro. La vera sfida, tuttavia, si trova più avanti, poiché gli ordini di deportazione di Trump renderanno più rigido il mercato del lavoro, soprattutto nei settori manifatturieri.

Banche centrali – In attesa delle mosse di Trump 

Mercoledì scorso la Fed ha mantenuto i tassi al 4,25-4,5%, come previsto, in un contesto di incertezza politica sotto Trump. Il comunicato ha presentato lievi modifiche, evidenziando la stabilizzazione del tasso di disoccupazione e rimuovendo il riferimento ai “progressi” verso l’obiettivo del 2% di inflazione. Powell ha chiarito che tali modifiche non hanno alcun significato politico. La Fed rimane in balia delle politiche di Trump e con le aspettative di inflazione in aumento post-tariffe, i tassi a breve termine degli Stati Uniti prezzano solo 37 punti base di tagli dei tassi entro la fine dell’anno.

La BCE ha abbassato i tassi dello 0,25% al 2,75% come previsto giovedì scorso. La politica monetaria è ancora restrittiva nell’Eurozona, ma in seguito ai progressi dell’inflazione può essere ulteriormente abbassata, con il consiglio che punta a un terminale del 2%. Lagarde ha annunciato un nuovo approfondimento politico sui tassi neutrali che sarà pubblicato questa settimana e che seguiremo con attenzione per determinare la zona di atterraggio dei tassi della BCE in questo ciclo. Gli economisti hanno opinioni diverse se la BCE debba solo abbassare i tassi fino alla neutralità o spingersi oltre, nel territorio dell’allentamento (ad esempio all’1,5%), in presenza dei dazi di Trump e di un’economia in rallentamento.


Algebris Investments’ Global Credit Team

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