Dazi sulle auto – Inizia la partita.
La scorsa settimana, il Presidente Trump ha firmato un ordine esecutivo introducendo tariffe sulle automobili e sui loro componenti importati negli Stati Uniti. L’ordine prevede una tariffa del 25% sul valore delle automobili e dei componenti importati. I Paesi dell’USMCA, Messico e Canada, sono parzialmente esentati: solo il contenuto non statunitense del valore dell’auto sarà soggetto a tariffa, mentre nel caso di singoli componenti non ci saranno dazi.
Cina, Germania, Giappone e Corea del Sud sono i Paesi che risentiranno maggiormente della nuova politica. Sebbene i titoli azionari delle case automobilistiche ne abbiano risentito, l’impatto complessivo sul PIL dei paesi colpiti dai dazi è basso. Per la Germania, le auto rappresentano il 16% delle esportazioni e le vendite statunitensi il 2% del totale. Se il tasso di cambio non si adegua, questa politica sarà pagata soprattutto dai consumatori statunitensi attraverso l’aumento dei prezzi delle auto.
Liberation day – Allacciate le cinture.
Mercoledì, il Presidente Trump annuncerà la restante serie di tariffe, che comprenderanno altri settori e tariffe “reciproche”. Secondo alcuni media, l’annuncio potrebbe rivelarsi migliore di quanto temuto, con tariffe a una sola cifra. L’attenzione si concentrerà soprattutto sui 20 principali partner commerciali degli Stati Uniti. I mercati si soffermeranno sulle tariffe effettive, sul margine commerciale e sulla portata dei paesi inclusi nell’annuncio. Data la volatilità dei mercati azionari, temiamo che l’annuncio delle tariffe possa risultare peggiore di quanto attualmente previsto, con l’imposizione permanente di tariffe a due cifre su alcuni dei principali partner.
Algebris Investments’ Global Credit Team
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