USA – Fed ferma sui tassi
La Fed dovrebbe lasciare i tassi invariati al 4,25-4,50% nella riunione di mercoledì, senza aggiornare le proiezioni macroeconomiche. In avvicinamento al “periodo di silenzio”, i toni dei membri della FED sono rimasti prudenti, riflettendo segnali contrastanti tra un’economia in rallentamento e pressioni inflazionistiche ancora persistenti. I dati sul mercato del lavoro pubblicati venerdì scorso hanno sorpreso al rialzo, con i Non-Farm Payrolls in crescita di 177mila unità, contro un consenso di 138mila, mentre il tasso di disoccupazione è rimasto stabile al 4,2%. Le aspettative di inflazione sono salite, soprattutto secondo il sondaggio dell’Università del Michigan — dato già ridimensionato da Powell nell’ultima riunione. La stima preliminare del PIL USA ha indicato una contrazione del -0,3%, in linea con il consensus ma superiore rispetto alle revisioni precedenti che indicavano un calo superiore all’1%. La riunione di questa settimana si concentrerà sugli sviluppi successivi al “Liberation Day”, ma difficilmente offrirà indicazioni nuove in un contesto ancora incerto riguardo l’agenda politica di Trump.
Politica monetaria – Europa in fase di tagli
Le ricadute negative della politica commerciale di Trump sull’Europa spingono le banche centrali del continente a proseguire con i tagli dei tassi anche questa settimana. La Banca Nazionale di Polonia dovrebbe ridurre i tassi di 50 pb al 5,25% mercoledì, dopo una serie di sorprese negative nei dati macro, tra cui l’inflazione più recente. Fino a poco tempo fa tra le più hawkish del continente, la NBP ha cambiato marcatamente approccio, virando su posizioni dovish dopo l’elezione di Trump. Analogamente, la Banca d’Inghilterra taglierà i tassi, di 25 pb al 4,25% giovedì, in risposta al rallentamento del mercato del lavoro domestico e al calo delle pressioni inflazionistiche.
Cina – Timidi segnali di apertura
Le relazioni tra Stati Uniti e Cina mostrano lievi segnali di distensione, dopo che Pechino ha dichiarato di stare valutando l’avvio di negoziati commerciali con Washington. Trump ha affermato che i colloqui sono già in corso, ma questa versione è stata più volte smentita da fonti ufficiali cinesi. Qualunque dialogo richiederà settimane o mesi, data l’intransigenza di entrambe le parti e riteniamo che l’assenza di aggiornamenti venga interpretata negativamente dai mercati, alimentando l’incertezza, frenando gli investimenti e pesando sulla crescita.
Algebris Investments’ Global Credit Team
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