Economia USA – Mercato del lavoro in crescita
I dati sul mercato del lavoro di venerdì hanno sorpreso al rialzo, in quanto i NFP hanno aggiunto 254 mila posti di lavoro a fronte di stime di 150 mila. Il tasso di disoccupazione è sceso dal 4,2% al 4,1%. La retribuzione oraria media è aumentata dello 0,4% su base mensile, più del previsto. Altri dati della scorsa settimana hanno indicato un indice ISM manifatturiero stabile ma debole, mentre l’ISM servizi è stato più forte. I posti di lavoro vacanti sono aumentati, indicando un mercato del lavoro più forte, mentre le richieste di disoccupazione sono rimaste pressoché invariate a 225 mila. In seguito ai dati di venerdì, i rendimenti statunitensi a 2 anni sono saliti di 15 pb, riducendo le possibilità di tagli più rapidi quest’anno e giustificando un atteggiamento più cauto sulla duration. I mercati vedono solo 50 pb di tagli entro la fine dell’anno e 100 pb nelle prossime quattro riunioni, 20 pb in meno rispetto a prima della pubblicazione di venerdì. I dati sul mercato del lavoro del mese prossimo saranno influenzati dagli scioperi della Boeing e dei porti e dalle condizioni meteorologiche avverse, per cui questo dato potrebbe essere l’ultima lettura affidabile prima della prossima riunione della Fed.
Medio Oriente – Tensione in aumento o qualcosa di più preoccupante?
Isreale ha promesso ritorsioni verso l’Iran in seguito agli attacchi avvenuti su tutto il Paese, ma i mercati non hanno ancora reagito in modo completo. Biden ha dichiarato la possibilità che Israele attacchi i giacimenti petroliferi iraniani, sebbene l’offerta di petrolio iraniano rappresenti solo circa 2 milioni di barili al giorno contro i 100 milioni di barili della domanda globale giornaliera. I prezzi del petrolio sono saliti di 6 dollari rispetto ai minimi della scorsa settimana, ma a 75 dollari restano inferiori di 10 dollari rispetto ai massimi di giugno/luglio. Gli esperti ritengono che il petrolio possa raggiungere i 100 dollari in uno scenario estremo, in cui le infrastrutture dell’Arabia Saudita vengono colpite e lo Stretto di Hormuz viene chiuso. Gli asset di rischio si sono mossi in modo sostanzialmente laterale nonostante l’aumento delle tensioni, mentre i rendimenti sono saliti sulla scia di dati statunitensi più solidi e i breakeven sono aumentati a causa dei rischi di un’inflazione più elevata.
Europa – La BCE accelera, la Francia arranca
Il budget francese rimane al centro dell’attenzione dei mercati dei tassi europei, mentre gli spread Bund-OAT continuano a scambiare vicino ai massimi di 78 pb. Il budget per il 2025 sarà presentato questa settimana e, sebbene il governo punti al 5% per il prossimo anno e al 3% entro il 2029, c’è il rischio che il numero del prossimo anno sia più vicino al 6%. La stretta fiscale dovrebbe avvenire attraverso la riduzione delle spese, con un aumento delle imposte che potrebbe migliorare le entrate, ma il governo non raggiunge la maggioranza nella Camera bassa e, di conseguenza, il voto di sfiducia potrebbe scattare in qualsiasi momento.
Oltre alla Francia, la BCE prevede un taglio dei tassi per ottobre e il prezzo di mercato è passato da 5 pb a 22 pb, in seguito alla retorica dovish di Lagarde e al calo dell’inflazione dell’Eurozona della scorsa settimana.
Algebris Investments’ Global Credit Team
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