GLOBAL CREDIT BULLETS | lunedì 9 novembre 2020

GLOBAL CREDIT BULLETS | lunedì 9 novembre 2020

Elezioni USA: più blu di quanto si pensi! 
Con le vittorie in Michigan, Wisconsin, e Pennsylvania, i principali media americani (inclusa Fox News) hanno dichiarato la vittoria di Biden, con 306 seggi. I Democratici hanno dunque ottenuto risultati più robusti di quanto sembrasse settimana scorsa. Per quanto riguarda il Senato però, avremo chiarezza solamente a gennaio. Un Presidente dem con un Congresso diviso continuerà a offrire supporto agli asset non-USA, in particolare all’Europa e i mercati emergenti.

Tassi d’interesse: le Banche Centrali ci sono ancora!
Nelle ultime sessioni di mercato, gli investitori sono tornati a focalizzarsi sui tassi bassi. Se il Congresso dovesse trovarsi in una situazione di stallo, un pacchetto di aiuti fiscali prenderà più tempo del previsto e i mercati torneranno ad affidarsi alla politica monetaria. Le Banche Centrali continueranno a rispondere, secondo noi. La scorsa settimana la Bank of England ha aumentato gli acquisti di titoli, e la BCE farà lo stesso in dicembre. La Fed ha adottato un approccio cauto la scorsa settimana ma ulteriori acquisti e politiche di “yield-curve control” rimangono strumenti che potranno essere utilizzati nel prossimo futuro.

Cina: onda vincente.
La Cina e la regione asiatica rimangono vincitori nello scenario globale corrente. Un approccio migliore alla pandemia e una Presidenza dem saranno un forte supporto per la regione. Il gap tra la crescita cinese e americana è aumentato dal 4% del 2019 al 6% quest’anno, e rimarrà elevato nel 2021. Le valute e l’equity asiatico (in particolare Cina, Corea del Sud, Taiwan) rimarranno ben supportati nei prossimi mesi, soprattutto vista la probabile accelerazione dei flussi di capitale derivanti dall’inclusione nei principali indici globali. 

Turchia: House of Cards.
Durante il weekend, il governo turco ha annunciato un cambiamento della leadership alla banca centrale e il ministro delle finanze ha rassegnato le dimissioni. Un cambiamento improvviso di leadership segnala più urgenza nell’affrontare il crollo della lira. La “nuova” Banca Centrale Turca (BCT) potrà anche alzare i tassi, ma il rischio-Paese rimane alto. Un aumento dei tassi rallenterà la domanda di dollari ma non aiuterà le riserve. Inoltre, l’atteggiamento del Paese in politica internazionale non cambierà. Rimaniamo cauti.

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