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GLOBAL CREDIT BULLETS | Lunedì 31 ottobre 2022

BCE – Progressi sostanziali, ma ancora molto da fare  
La scorsa settimana la BCE ha effettuato il secondo rialzo dei tassi di interesse di 75 punti base, come ampiamente previsto, sottolineando però di aver compiuto “progressi sostanziali nel ridurre l’accomodamento della politica monetaria”. I mercati hanno interpretato la conferenza stampa come un messaggio di cambiamento positivo, alla luce dei riferimenti della Lagarde sui progressi sostanziali, sulla riduzione del sostegno alla domanda, sull’aumento dei rischi di recessione e sull’impatto ritardato dell’inasprimento. Il Quantitative Tightening non sembrerebbe essere oggetto di discussione nell’ immediato. Consideriamo il nuovo tono come un allentamento delle prospettive dell’inflazione core e crediamo che il raggio d’azione del tasso finale nel 2023 sarà del 2,5-3%, non lontano dal livello di valutazione. È probabile che la BCE rallenti il ritmo di rialzi a 50 punti base nella riunione di dicembre.

I dati sull’inflazione di ottobre hanno sorpreso al rialzo, con la Spagna che ha rappresentato l’unica eccezione tra le quattro economie principali. La Francia ha registrato un IPC armonizzato su base annua del 7,1% (in precedenza 6,2%), l’Italia del 12,8% (in precedenza 9,4%) – a causa di un cambiamento nell’indicizzazione dell’energia da trimestrale a mensile, e la Germania dell’11,6% (in precedenza 10,9%). La maggior parte delle sorprese al rialzo è stata determinata dagli effetti ritardati dei prezzi dell’energia, di conseguenza l’inflazione core non appare così negativa. Alla luce di tali effetti, riteniamo che la Banca centrale europea possa mantenere la retorica accomodante della scorsa settimana, soprattutto in considerazione delle prossime proiezioni macroeconomiche previste per la riunione di dicembre. Tuttavia, qualora i dati dell’IPC di novembre continuassero a seguire questa traiettoria, la retorica recentemente rinnovata potrebbe risultare compromessa.

Fed e BoE – Alla ricerca di una svolta
Il quarto rialzo consecutivo di 75 punti base da parte della Fed questa settimana sembrerebbe essere del tutto previsto dai mercati. L’attenzione si concentrerà sulla conferenza stampa nella quale il Presidente Powell potrebbe aprire un dibattito circa i motivi di un rallentamento del ritmo dei rialzi in futuro. I dati recenti mostrano un rallentamento dello sviluppo economico e una minore espansione del mercato del lavoro rispetto ad agosto. Gli indicatori anticipatori dell’inflazione indicano un netto calo per ottobre e novembre. La retorica degli esponenti della Fed si è ultimamente attenuata, anche da parte dei membri più aggressivi. Di conseguenza, è probabile che la Fed adotti un tono più accomodante, in linea con la BCE. La bilancia dei rischi di inflazione rimarrà inclinata verso l’alto e la notizia non indicherà un tasso terminale più basso, ma probabilmente i mercati dei tassi si consolideranno intorno al 4,5-5% per la fine del 2023.

Questa settimana si terrà anche la riunione della Banca d’Inghilterra. In seguito alla recente stabilizzazione della politica, la decisione oscilla tra un rialzo di 50 punti base o di 75 punti base. Riteniamo che la BoE opterà per un rialzo più consistente, dal momento che il tasso di cambio rimane volatile e l’inflazione permane in fase di crescita. Il bilancio è stato posticipato dal 31 ottobre al 17 novembre, il che aggiunge un elemento di incertezza nelle proiezioni della BoE, e le ipotesi sul fronte fiscale restano per il momento vaghe. Crediamo che il tasso terminale della Banca d’Inghilterra si avvicinerà al 5%, in linea con le previsioni del mercato.


Team Algebris di strategie di credito globale

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